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I CANARINI SELVATICI

Canarini di forma e posizione lisci, canarini di forma e posizione arricciati, canarini di colore.

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COMITATO REDAZIONALE
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I CANARINI SELVATICI

Messaggio da COMITATO REDAZIONALE »

I CANARINI SELVATICI
Al Genere Serinus appartengono varie specie di canarini sel¬vatici adatte alla vita di gabbia ed all'ibridazione col canarino domestico avendone prole feconda, particolarmente robusta.
La specie più importante è quella del « Canarino selvatico » propriamente detto, e ciò non per particolari caratteristiche spe¬cifiche ma per il fatto che è stato proprio questo volatile a co¬stituire il capostipite delle molteplici razze di canarini domestici di cui s'è già trattato.
CANARINO SELVATICO (Serinus canarius)
Lungo sui 12-14 centimetri. Fronte, guance, gola e petto di color giallo-oro ; ventre bianchiccio ; parti superiori verdi sfu¬mate di grigio e di bruno ; ali e coda brune con riflessi verdi e gialli e con orli grigiastri su remiganti e timoniere. Becco di tinta cornea, zampe brunicce. La femmina presenta una colora¬zione meno viva e pura. Vive nelle isole Canarie, nelle Azzorre e a Madera. Le abitudini, i costumi riproduttivi e le esigenze alimentari sono più o meno simili per tutti gli appartenenti al Genere Serinus e pertanto quanto già detto per i canarini d'al¬levamento e quanto diremo per questa specie vale anche per gli altri canarini selvatici di cui segue la trattazione.
Sono alati che prediligono le zone ricche d'acqua e di alberi o di folta vegetazione arbustiva ; pur frequentando di prefe¬renza le zone collinose si trovano anche in pianura e ad altitu¬dini superiori ai 1.500 metri purché a clima costante. Vivono in gruppetti più o meno numerosi, che verso sera tendono a riu¬nirsi in folti stormi.

Con volo agile e ondulato i canarini selvatici errano di pianta in pianta alla ricerca del nutrimento, scendendo anche ogni tanto sul terreno dove si muovono con agilità. Il loro cibo è costituito di piccoli semi, verdure, germogli e frutti succosi e zuccherini ; prediligono i fichi e la canna da zucchero. Abbisognano costan-temente di acqua per bere e bagnarsi. Il canto è forte, fresco e melodioso benché un po' aspro se paragonato a quello dei ca¬narini domestici.

Verso la metà di marzo i gruppi si sciolgono per dar luogo alle coppie che iniziano la riproduzione. La parata nuziale del maschio viene eseguita con agili volteggi ed un continuo canto. Ha quindi inizio la costruzione del nido che viene collocato su alberi od arbusti (di preferenza sempreverdi o da frutto) con rami sottili e folti a non grande altezza dal suolo (in genere sui due metri).

Alla costruzione del nido attende la femmina utilizzando per la bisogna steli vegetali, radici sottili, crini, mu¬schio e sostanze soffici per rivestire l'interno. In questo nido a forma di coppa la femmina depone 3-6 uova d'una lieve tinta azzurrina con leggere picchiettature brunastre e le incuba per 13 giorni a partire dalla deposizione dell'ultimo uovo. I piccoli ven¬gono alimentati con sostanze vegetali (frutti, verdure, semi) in¬tegrate da qualche insettuccio.

I nidiacei, che nascono ricoperti di rado piumino grigiastro e con la cavità orale di tinta rosa acceso, sono in grado di uscire dal nido dopo 13-14 giorni di vita e si rendono indipendenti tra il 22° e il 24° giorno di età. In genere quando escono dal nido la madre inizia la seconda co¬vata, restando affidata al solo padre la fase conclusiva dello svez¬zamento. Talvolta viene portata a termine una terza covata e secondo taluni Autori anche una quarta.

Alla fine della stagione riproduttiva le coppie si sciolgono e si riformano i gruppi che riprendono la loro vita erratica
.
I canarini selvatici sono di indole socievole, curiosa e con¬fidente, il che ne rende assai facile la cattura. Si adattano bene alla vita captiva. Gli indigeni li catturano per esportarli od an¬che per riprodurli e quindi rivendere i soggetti d'allevamento che risultano naturalmente più domestici ed anche più resistenti alle fatiche del viaggio d'esportazione. Nonostante ciò non sono molto frequenti sui mercati europei, il che li rende uccelli da gabbia poco comuni.

In voliera si riproducono facilmente ; meno agevole la ripro¬duzione in gabbia. Conviene unire il Canarino selvatico a quello domestico ; da tale accoppiamento si ottengono soggetti illimi¬tatamente fecondi e si ha il vantaggio d'irrobustire notevolmente
lo stock.
Si possono anche utilizzare nell'ibridazione con specie nostrane o con altri canarini selvatici.

Questi volatili vanno mantenuti in voliera o in gabbie spa¬ziose e per quanto siano piuttosto resistenti alle basse tempe¬rature, durante i mesi freddi conviene ripararli in ambiente co¬perto. Per l'alimentazione vale quanto detto per i canarini do¬mestici, tenendo però presente che in caso di riproduzione fra due canarini selvatici bisogna fornire giornalmente qualche in¬settuccio per ottenere il normale svezzamento della nidiata.



Questa discussione è stata presa dal vecchio Forum della FEO.



Mi spiegate meglio la situazione originarietà di questo canarino?


Purtoppo nel tempo alcuni allevatori hanno spacciato per selvatici alcuni soggetti leggermente più piccoli ma di origine domestica o meticciati con il comune Canarino di Colore. Molti hanno creduto di possedere e riprodurre soggetti originali, con il tempo divenuto inganno. Il canarino Selvatico è un nero giallo brinato. Tuttavia il selvatico è più piccolo di 1,5 cm e affusato rispetto al comune Canarino di Colore.


ok, sei stato chiarissimo. Invece voglio fare una domanda personale, per quanto riguarda l’alimentazione hanno bisogni particolari?





Per quanto riguarda l’alimentazione non ne risentono minimamente e risultano uccelli robusti. La loro adattabilità e resistenza a qualsiasi soluzione alimentare e sistemazione logistica.


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