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IL VENTURONE

Cardellini, verdoni, ciuffolotti, lucherini, organetti, ecc...

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Massimo
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Iscritto il: lun apr 26, 2021 10:24 pm

IL VENTURONE

Messaggio da Massimo »

In passato il venturone veniva ascritto al genere Serinus, mentre attualmente, a seguito di analisi del DNA mitocondriale, si tende a considerarlo un componente del genere Carduelis.
Per lungo tempo il venturone corso è stato considerato una sottospecie del venturone europeo, tuttavia in seguito all'elevazione di questa popolazione al rango di specie a sé stante il venturone europeo rappresenta una specie monotipica.
IL VENTURONE MERIDIONALE:
esperienze d'allevamento dell'ing. E. Mazzoli.
Un indigeno come tanti altri, dalle medie difficoltà ambientative e riproduttive alla vita in cattività; così ho giudicato ed avrei definito il Venturone meridionale se non avessi letto l'articolo di L. Strano. E forse non avrei mai scritto nulla su questo simpatico e piacevole silvano se non avessi recepito l'accorato appello dell'autore della nota, teso a conoscere altrui eventuali esperienze riproduttive e/o ibridatorie fatte con "l'isolano".
Pertanto, essendo uno dei fortunati, ecco a raccontarvi le mie esperienze.
Ecco le mie esperienze
Anch'io, come L. Strano, sono venuto in possesso di alcune coppie di venturoni dal compianto amico Dessi di Cagliari e dal caro Gigi, sardo verace, dalla cordialità schietta, caratteristica peculiare di questo popolo.
Il tutto risale al gennaio del 1987. Sistemata qualche coppia a casa di amici allevatori, tengo per me solo due coppie e decido di sistemarle una in gabbia all'inglese da 120 x 40 x 40 e l'altra in voliera esterna, abbastanza ampia, in convivenza promiscua con una coppia di ciuffolotti, una di organetti ed una di verzellini.
Prima stagione cove nessun risultato In questa prima stagione cove, come è da aspettarsi, non ho risultati. Il breve periodo d'adattamento alla vita captiva, il cambiamento radicale di clima e di ambiente, l'alimentazione non certamente uguale a quella naturale non possono scaturire risultai diversi.
I maschi, nel mese di giugno, raggiungono l'estro amoroso, manifestandolo con il canto, basso e flautato, forse tra i più piacevoli di quelli della fauna nostrana. Le femmine, invece, accennano solo con qualche battito d'ali uno stato fisico diverso che, però, non riesce ad arrivare a maturazione.
Una sola nota degna di menzione
Una sola nota degna di menzione: una mattina, perlustrando curiosamente nella voliera esterna, tra rami verdi di cipres-
setto che avevo posto alti in un angolo. trovo un nido non ancora completato, ma diverso da quelli tradizionali delle altre specie coinquiline. Tocco un po' per vedere meglio e causo il danno; il nido viene abbandonato in quello stato e così non mi è nemmeno possibile dargli una sicura appartenenza.
Svernano sia all'aperto che all'interno non riscaldato
Siamo, così, alla fine dell'estate; qualche piccolo problema alla muta e poi il riposo invernale. Decido di lasciare svernare le due coppie nei loro alloggi; una coppia passa l'inverno all'aperto in voliera (con il freddo che non è stato affatto uno scherzo nella mia zona) e l'altra in gabbia, in un locale chiuso, ma non riscaldato.
Viene la primavera dell'88. La coppia alloggiata in gabbia ha un po' di problemi; il maschio, infatti, ha svernato con qualche difficoltà e all'inizio della stagione cove muore. Accoppio la femmina con un organetto, ma è tardi per riuscire a creare affiatamento ed interesse reciproco per cui i risultati sono negativi.
La coppia in voliera è in forma già a marzo
La coppia in voliera, invece, già dal mese di marzo inizia a manifestare un'ottima forma ed un crescente stato d'eccitazione. Mi si pone solo un problema che mi fa temere per i futuri risultati: ho necessità, infatti, di spostare la coppia di venturoni in altra voliera esterna, un po' più piccola della precedente, ma un po' più alberata. Faccio l'operazione alla fine di marzo, rimettendomi alla buona sorte, con la speranza di non aver compromesso anche questa volta la riproduzione.
Con chi dividono la voliera
Ora i venturoni hanno da dividere i 15 mc. d'alloggio, una pianta di tuja, un cipressetto quasi secco, due piante di lauro ceraso ed una sparuta giovane vite americana con una coppia di verzellini, una coppia di lucherini, un maschio e due femmine d'organetto. Sembra che tra essi non si creino grossi problemi per l'areale e quasi non credo ai miei occhi quando vedo, alla metà
d'aprile, la venturona che, con il becco pieno di fili e pagliuzze, cerca freneticamente nel cipresseto un angolo dove poter far casa.
II primo verde macchiettato
Solo pochi giorni dopo il nido è fatto e la femmina vi è dentro che cova tranquilla. Fremo dalla voglia di andare a curiosare, ipotizzo il numero delle uova, il colore; vorrei sperarle, ma mi trattengo per la prima settimana, finché una mattina, cautamente, vado a mettere il mio pronunciato naso negli affari della famiglia "citrinella".
Gioia e sconforto mi assalgono contemporaneamente: gioia per la perfezione con cui è stato elaborato il nido e per quel bell'uovo verde macchiettato che vi alloggia, scuro di sicura vita; sconforto per le tracce di gusci che rinvengo sui rami limitrofi e sotto la pianta. Chi poteva essere stato l'autore di tanto scempio; senz'altro lei, una delle due femmine d'organetto, che si aggirava sempre più furtivamente nei dintorni del nido quando la venturona andava a colazione.
Sloggio l'organetta mentre la venturona alleva un piccolo
Timoroso di altri crimini, la prelevo e l'alloggio in altro sito. Nel frattempo la venturona continua assiduamente la cova, ed una settimana dopo, di buon mattino, la scopro, attraverso la rete, che in piedi sul bordo del nido cerca d'accudire un batuffoletto di piumino nero. Sono gioioso, a stento trattengo la voglia d'entrare e lascio in pace la nuova mamma.
Anello il piccolo senza negative conseguenze
Curiosando, così, solo attraverso la rete faccio trascorrere un'altra settimana; decido, quindi, di entrare per rendermi conto da vicino di come procedono le cose e se è il caso di anellare il piccolo.
Così faccio, controllando, poi, che la mia
intrusione e quel corpo estraneo attaccato
alla zampina del piccolo, pur se ben foderato di plastica scura, non creino alla venturona reazioni negative. Tutto riprende normale e nei successivi 4-5 giorni il comportamento della coppia al nido è ordinario. Ma una mattina, al mio controllo a distanza, appare qualcosa d'insolito; la venturona, invece di essere al nido, svolazza per lungo e per largo nella voliera, emettendo un fischio breve e disperato, mentre il maschio la rincorre cantando freneticamente, voglioso di riaccoppiarsi ed incurante dello stato allarmato della compagna.
Forse il maschio ha fatto fuori il piccolo
Mi precipito all'interno e con disprezzo mi accorgo che il piccolo di venturone giace morto nel nido, apparentemente senza segni evidenti che ne chiarissero la causa.


90 88 67 66

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