Il Lucherino (Carduelis Spinus).... Un soggetto importante nell’allevamento: Il Lucherino (Carduelis Spinus) di Antonio Papania
Con particolare piacere colgo l’occasione, dalle pagine di Ornieuropa, di contribuire a divulgare la conoscenza di questo grazioso fringillide che, sebbene presente in modo abbastanza ampio negli allevamenti amatoriali, è, ad avviso dello scrivente, senza alcun dubbio meritevole di ancor maggior diffusione.
La taglia del lucherino è di circa 12cm. Il dimorfismo sessuale è evidente: il maschio ha la fronte, la calotta e il mento di colore nero, mentre la femmina ha la testa, il dorso, e il collo verde opaco. I giovani sono molto simili alle femmine; cambia solo il disegno che risulta molto più “confuso”.
Oltre alla forma ancestrale, si riconoscono le seguenti mutazioni:
- Bruno (recessivo sessolegato);
- Agata (recessivo sessolegato);
- Isabella (recessivo sessolegato);
- Pastello (recessivo sessolegato);
- Pastello agata (recessivo sessolegato);
- Satinè (recessivo sessolegato)
- Phaeo (autosomico recessivo);
- Diluito (autosomico dominante);
- Agata diluito (autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Isabella diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Agata doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Isabella doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Nero bruno avorio (recessivo sessolegato);
- Bruno avorio (recessivo sessolegato);
- Agata avorio (recessivo sessolegato);
- Isabella avorio (recessivo sessolegato);
- Nero bruno avorio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Bruno avorio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Agata avorio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Isabella avorio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Nero bruno avorio doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/ recessivo sessolegato);
- Bruno avorio doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/ recessivo sessolegato);
- Agata avorio doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/ recessivo sessolegato);
- Isabella avorio doppio diluito (combinazione fattori autosomico dominante/recessivo sessolegato);
- Topazio (autosomica recessiva);
- Eumo;
- Verde diluito;
- Verde doppio diluito;
- Bruno doppio diluito;
- Agata pastello recessivo;
- Diluito;
- Doppiodiluito;
- Avorio;
- Ino;
- Pezzato dominante.
In natura, il Lucherino è gregario e gli spostamenti avvengono sempre in gruppo.
La sua riproduzione è strettamente legata all’abbondanza di semi estratti direttamente dalle pigne. Le femmine entrano in estro agli inizi d’aprile iniziando la costruzione del nido (realizzato con sfilacci vegetali vari, erbe e aghi di pino, rivestito internamente con lanuggine animale e vegetale),solitamente in posizione alta e ben celata sui rami di una conifera. Le uova deposte sono normalmente 4-5, di colore celeste chiaro con macchie bruno-rossicce, e vengono covate dalla femmina per 12 giorni: essa, anche dopo la schiusa, abbandona raramente il nido, nutrendosi per lo più del cibo fornito dal maschio. I pulli, accuditi da entrambi i genitori con piccoli insetti e semi vari, raggiungono lo svezzamento dopo circa 20/25 giorni.
In cattività, se alloggiato in maniera errata, può diventare attaccabrighe ed è soggetto ad ingrassare: gli spazi ristretti ed affollati diventano per il lucherino motivo di litigi e stress, condizioni che lo conducono facilmente alla crisi.
È quindi opportuno far sì che i pennuti risultino molto occupati, fornendo come diversivo un rametto di abete o di pino, un mazzo di panico rosso e, qualora se ne abbia la possibilità, della rapunzia o “bella di notte” (che possiede diverse proprietà utili per l'organismo dei volatili). I litigi risulteranno molto ridotti e la salute ne troverà giovamento.
Inoltre l’allevatore non deve mai dimenticare che è molto importante offrire ai volatili soltanto alimenti di ottima qualità: troppi rivenditori e riproduttori vendono a caro prezzo cibi polverosi, vecchi, di seconda qualità o addirittura nocivi, approfittando dell’inesperienza di molti acquirenti. Gli alimenti di qualità consentono ai nostri volatili di godere buona salute e migliore fertilità.
Coloro che ritengono di risparmiare acquistando a buon mercato cibi scadenti, dovrebbero considerare, nell’economia complessiva dell’allevamento, il “peso” che vanno ad assumere i decessi degli esemplari adulti, quello dei soggetti inutilizzabili perché ammalati, la maggior mortalità dei pulli, la crescita di novelli deboli e facilmente attaccabili da infermità, le spese per i me dicinali, ecc. ecc.
Per concludere, consiglio di scegliere sempre i migliori alimenti in commercio, prodotti da ditte serie, a partire dai semi che, secondo la mia esperienza, sono la causa diretta o indiretta di almeno l’80% delle malattie che colpiscono i volatili allevati.
L'alimentazione di base dei Lucherini deve essere semplice: una miscela non troppo grassa, composta da graniglia, trifoglio, lattuga bianca, perilla bianca, cicoria, tarassaco, niger in piccole quantità, canapuccia, cardo, semi condizionati, papavero, panico rosso e scagliola. Anche un buon misto per canarini, con l'aggiunta di Spinus, può andare bene, ma meglio ancora sono le miscele specifiche in commercio.
Ai “novelli” occorre mettere a disposizione semi di niger bolliti (ben sciacquati e da consumare entro 36 ore per evitare la formazione di deleterie muffe) e spighe di panico rosso (perché, a mio avviso, più digeribile).
Per completezza di informazione elenco le piante selvatiche che risultano maggiormente gradite ai nostri amici:
1) Carlina Vulgaris (Carlina Comune).
2) Cirsium Arvense (Stoppione).
3) Cirsium Vulgare (Cardo Asinimo).
4) Crepis Capillaris (Crepide).
5) Onopordon Acanthium (Cardo di Scozia).
6) Senecio Vulgaris (Erba Cardellina o Erba Verzellina).
7) Serratula Tinctoria (Serretta).
8) Sinapis Arvensis (Senape Selvatica).
9) Tragopogon Pratensis (Barba di Becco).
Durante la cova uso una miscela composta da: scagliola bianca, perilla bianca, lattuga bianca, sesamo, cicoria, cardo, spinus, lino.
Il misto semi per spinus può essere messo a disposizione per l’intero arco dell’anno; in inverno è bene aggiungere a parte una vaschetta contenente semi di lattuga bianca e cicoria (1 volta a settimana) e, ogni tanto, una contenente in parti uguali camelina sativa, piantaggine e chia e una piccola quantità di niger. Nelle giornate più rigide, è opportuno distribuire alcune dosi di girasole nero nano e canapuccia bollita affinché il loro apporto calorico aiuti i lucherini a difendersi meglio dal freddo. Si deve fare però molta attenzione a che i soggetti non ingrassino troppo: come già accennato, essi sono portati ad accumulare adipe e, pertanto, i semi distribuiti devono essere adeguati alla temperatura ed al tipo di ambiente di svernamento.
Il pastone deve essere secco, con una percentuale di lipidi compresa tra il 3% e il 5%; consiglio vivamente di non utilizzare quello morbido, perché – sebbene molto gradito – rovina il fegato in quanto difficilmente digeribile per l’eccessiva presenza di lipidi.
Inoltre consiglio di non inumidire mai il pastoncino con acqua o verdura tritata o altri ingredienti perché, in meno di 2 ore, può fermentare dando luogo a un composto tossico e sviluppando pericolosissime muffe. Chi intenda comunque offrire pastoni umidi, deve provvedere al loro rinnovo ogni 2 ore, provvedendo, ogni volta, all’accurato lavaggio della mangiatoia.
Per quanto riguarda alla verdura e alla frutta, sono senz’altro preferibili le foglie essenze prative quali il tarassaco (dente di leone), il centocchio, l’indivia ed altri vegetali che facilitano l’evacuazione; la mela e la pera devono essere somministrate con parsimonia, evitandone la permanenza nelle mangiatoie per più di 6 ore. È altresì importante fornire acqua fresca e pulita, grit, terra mix, carbone vegetale, sabbia, conchiglie tritate e osso di seppia, eventualmente i sali minerali.
Per la preparazione all’accoppiamento è bene somministrare una volta a settimana semi germinati e tarme di buffalo asciugati; poi, man mano che si avvicina il momento della riproduzione, si aggiungerà la “frittatina” (composta da uova, latte, un cucchiaio di miele, un cucchiaino di sali minerali in polvere, uno di multivitaminico - sempre in polvere - e pezzettini di indivia, il tutto miscelato senza formazione di grumi e infornato per 10 minuti a 200°).
I tempi di germinazione possono variare in relazione alla temperatura ed alla tipologia delle sementi prescelte: consiglio di utilizzare quantità di semi non troppo abbondanti per avere sempre disponibile un prodotto fresco e vitale ed anche per evitare sprechi.
Questi i miei consigli per effettuare l’operazione: inserire la giusta quantità di semi da far germinare in una "calza", annodarla e sciacquarla con acqua corrente abbondante. Nel frattempo preparare un secchio con 2 litri d'acqua con l’aggiunta di bicarbonato o amuchina. Collocare la "calza" nel secchio tenendovela per 6-8 ore circa, quindi sciacquarla abbondantemente e rimetterla a mollo in sola acqua per altre 16 ore. Dopodiché i semi presenteranno un piccolo germoglio (non devono germogliare troppo, altrimenti potrebbero provocare problemi intestinali): a questo punto la calza deve essere sciacquata in acqua corrente e fatta scolare ben bene (è altresì opportuno avvolgerla in un panno di cotone asciutto per qualche ora). Successivamente i semi devono essere riposti in un contenitore sterile: al termine di ogni somministrazione, i contenitori che hanno ospitato i semi vengono immessi in una soluzione disinfettante per essere sostituiti con altri già purificati.
Dopo tante prove effettuate con i miei fringillidi, sono giunto alla conclusione che non bisogna mescolare i semi germinati con pastoni o mollica perché ciò rappresenta un ulteriore pericolo, da molti non considerato o sottovalutato: il pastone secco, infatti, potrebbe recare una carica batterica e micotica non indifferente,in gran misura dipendente dalla qualità delle partite dei suoi componenti (soprattutto gli sfarinati) e dalle modalità di confezionamento e conservazione. Recentissime analisi effettuate con tre pastoni prelevati dal mercato, hanno evidenziato il rischio dell’insorgenza esponenziale di micotossine in caso di miscelazione con i semi germinati.
L'utilizzo dei semi germinati non aumenta il valore proteico, le vitamine, gli amminoacidi, gli enzimi posseduti dagli stessi al secco. Secondo alcuni, per aumentare effettivamente tali principi, specialmente nel periodo della riproduzione, occorre associare alla dieta normale il pastone, con un bassissimo contenuto di lipidi, nonché i semi immaturi o lattiginosi o allo stato ceroso, coltivati o selvatici (a mio avviso, il miglior alimento per i fringillidi di ogni età).
Sono sufficienti queste poche righe a far comprendere che l’utilizzo dei semi germinati comporta maggiori rischi di contaminazione: la scelta compete sempre all’allevatore che, in base alla propria preparazione e oculatezza, si troverà a valutare se e quali rischi correre per fornire la giusta opzione nutrizionale/alimentare.
L'acqua dei beverini deve essere addizionata con aceto di mele (nella quantità di 3 ml. per litro), al fine di farle acquisire una leggera acidità che la renda benefica alla salute dei nostri uccelli.
Per ovviare alla carenza di minerali, è buona norma aggiungere anche 5 gocce di “Tuttosali” ogni litro. Inoltre possono essere uniti i prodotti vitaminici preferiti.
La riproduzione del Lucherino è possibile in gabbioni da 120 cm. o in gabbie da 100 x 60 x 50 cm., o anche in quelle da 65 cm., con l'accorgimento di posizionare il nido (opportunamente schermato) nella parte più alta ed illuminata della gabbia. Tengo a precisare che, nelle gabbie da 65 cm., i maschi spesso tendono ad essere irruenti e potrebbero causare problemi alla femmina in cova, quindi è necessario separarli con l’apposito divisorio e riunire la coppia soltanto quando i piccoli hanno 8/10 giorni.
Il materiale che si usa fornire per la preparazione del nido è costituita da: fibre di cocco, muschio, erbette secche e juta (se possibile anche pelo animale e cotone per l’imbottitura interna).
Spesso le femmine non si decidono a nidificare, trascorrendo giorni interi a girare per le gabbie con filacci in bocca; i motivi di tale comportamento possono essere due: o non è gradita la posizione del nido oppure non è apprezzato il materiale fornito.
Di solito dà ottimi risultati il nido interno di cocco, ma talvolta conviene utilizzare quello in cocco chiuso grande; ad ogni buon fine, qualsiasi tipologia di nido venga prescelta, è sempre necessaria una buona schermatura con rami di tuia, pino o abete. Talvolta succede che la femmina (soprattutto se molto giovane) deponga a terra il primo uovo, ma solitamente dal secondo segue l’istinto che la condurrà scegliere il luogo giusto. Per evitare rotture, si può posizionare sul fondo uno strato di fieno o di gomma che consentirà di recuperare l’uovo integro e di collocarlo all’interno del nido.
Come anticipato, nel caso di particolare focosità del maschio durante la cova, è bene procedere alla separazione mediante divisorio (oppure in una gabbia vicina) per reinserirlo allorché i pulli hanno raggiunto i dieci giorni di vita. Quando la femmina avrà completato la seconda deposizione, si procederà ad una nuova separazione per evitare che i nuovi nati facciano scorribande nel nuovo nido e disturbino la madre. Ovviamente il maschio rimarrà con i nuovi nati per portare a termine lo svezzamento (che avverrà intorno al trentesimo giorno).
Può capitare anche che alcuni maschi, con problemi comportamentali dovuti all'ambiente domestico, danneggino il nido o buchino le uova, fatto alquanto piacevole perché il vizio permane per tutta la vita. Allora, è necessario sosti tuire le uova appena deposte con quelle di plastica.
Per fortuna le mie femmine sono ottime allevatrici quindi, non occorrendo effettuare l’operazione, le lascio “in santa pace” almeno fino alla schiusa: da quel momento, controllo una volta al giorno lo sviluppo regolare dei pulli. Il maschio sovente imbecca la femmina durante lo svezzamento. Entrambi i genitori nutrono i piccoli, ma la fase conclusiva dello svezzamento è compito presso chè esclusivo del padre.
In ogni caso, sono propenso ad affidare i novelli appena anellati ad una coppia di Canarini in modo che i Lucherini non si stressino troppo nella cura della prole e possano dedicarsi alla covata successiva. Inoltre, l’allevatore ha modo di controllare in modo più costante la crescita dei nidiacei (anche con verifiche plurigiornaliere), senza tema di “sdegnare” la balia. Tale metodo, comunque, assicura ai giovani Lucherini l'imprinting tipico della specie e la formazione dei relativi anticorpi (trasmessi dai genitori durante i primi 5/6 giorni di vita).
L’alimento delle balie consta di una normale miscela per canarini con l’aggiunta di Spinus, semi germinati (in mangiatoia a parte) e pane bagnato con latte (evita disturbi intestinali) poiché i lucherini necessitano di proteine di origine animale solo nei primi giorni di vita.
I maschi “in amore”, se non hanno spazio sufficiente, lottano con assiduità, provocandosi anche ferite non lievi; tuttavia, tale comportamento focoso è parte integrante del rito di corteggiamento e i litigi, che spesso si accompagnano agli accoppiamenti tipici degli “Spinus”, così come il canto, le ali allargate e altri atteggiamenti particolari, sono tutti segnali che contribuiscono ad indurre la femmina (assai meno aggressiva) alla riproduzione.
Durante questa fase occorre che l’allevatore mantenga un livello di attenzione particolarmente alto, intervenendo con prontezza ad inserire un separè quando dovesse notare pericoli per l’incolumità dei soggetti.
Non sempre le uova risultano feconde: la circostanza è imputabile a varie cause (attribuibili ad entrambi i sessi); le più comuni sono lo scarso affiatamento della coppia, l’inadeguata preparazione dell’accoppiamento, maschio o femmina sterili, esemplari troppo grassi, oppure può dipendere da fattori puramente meccanici, come posatoi non sufficientemente saldi e fermi.
Per ovviare al problema, molti allevatori usano fornire enormi quantitativi di vitamina E: tuttavia, secondo la mia esperienza, tale somministrazione è inutile per soggetti con problemi oppure per maschi giovani ed in perfetta salute.
Il mio consiglio, in caso di problematiche, è di somministrare prima dell’accoppiamento un giorno sì ed uno no, per un periodo di 6 giorni, un complesso polivitaminico sciolto in acqua.
Il locale di allevamento deve essere asciutto, con un’umidità tra il 70 ed il 75% (durante l’incubazione delle uova), bene illuminato, con programmazione precisa delle ore di luce necessarie per l’entrata in estro e per la fase di riposo. Inoltre è bene che esso non sia riscaldato. La temperatura in estate deve essere di circa 23°, mentre d’inverno di circa 16 o 17.
La muta dei novelli avviene all’età di 4/5 mesi: si tratta del periodo più delicato, quindi devono essere evitati sbalzi climatici o di umidità e brusche variazioni alimentari. Per avere Lucherini in ottima salute occorre assicurarsi che abbiano fatto un’ottima muta: ogni giorno, in questo periodo, oltre all’alimentazione di base, è opportuno fornire in mangiatoia a parte perilla, sesamo e scagliola (in quantità ridotta per i soggetti che tendono ad ingrassare).
È buona norma mettere sempre a disposizione pastone secco, bella di notte e camelina sativa. I semi di canapa (anche bolliti, ma perdono parte dei principi nutritivi) devono essere forniti in piccole dosi soltanto per favorire la forma “amorosa”.
Infine, si ricorda che il lucherino è un grandissimo amante dell'acqua e non è raro vederlo bagnato anche durante l'inverno. Consiglio di fornire il bagnetto al massimo entro il primo pomeriggio in quanto, se gli uccelli trascorrono le notti bagnati od umidi, possono incorrere in seri problemi respiratori.
Sebbene si possa essere portati a non pensarlo, il Lucherino è un uccello robusto, forse il più robusto tra gli Spinus, ed altrettanto docile (è ben adattato alla cattività e può convivere con altre specie).
Tuttavia non bisogna farsi ingannare dal suo atteggiamento conciliante e, conseguentemente, ritenere che la sua riproduzione sia facilissima: gli accorgimenti suggeriti possono fare la differenza.
L’osservazione e la comprensione delle esigenze e dei bisogni dei nostri piccoli amici, prestando la massima attenzione anche ai minimi dettagli, sono accortezze in grado di giocare un ruolo fondamentale per il successo o l’insuccesso di un’intera stagione.
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