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Il Diamante di Kittlitz (Erythrura trichroa)

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Il Diamante di Kittlitz (Erythrura trichroa)

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Il Diamante di Kittlitz (Erythrura trichroa)

Il Diamante di Kittlitz è l’unico rappresentante del genere Erythrura in Australia. Si tratta precisamente della sottospecie sigillifera presente anche in Papua-Nuova Guinea ed in un congruo numero di isole della Melanesia e dell’arcipelago indonesiano. La specie tipica (Erythrura t. t.) è distribuita invece nelle isole Kusaie, del gruppo delle Caroline.

I Diamanti del genere Erythrura sono comunemente chiamati «Diamanti pappagallo» ed il trichroa, in particolare, è detto anche Diamante pappagallo a faccia blu o Diamante pappagallo tre colori. Quest'ultima definizione in realtà non è esatta perché il vero Diamante pappagallo tre colori è I’Erythrura tricolor, che ha il blu esteso dai lati della faccia fino all’intero petto, ai fianchi ed al ventre, mentre il trichroa di blu ha solo le guance.

Le undici specie di Diamanti pappagallo appartenenti al genere Erythrura si possono dividere idealmente in tre gruppi: quelle che allevano bene, quelle che presentano alcune difficoltà e quelle di cui non si sa nulla o, comunque, troppo poco. Il Diamante di Kittlitz appartiene al primo gruppo.

Relativamente alla presenza del trichroa nel lembo nord-orientale dell'Australia (penisola di Capo York), si tratta, come già accennato, della stessa sottospecie sigillifera distribuita nella Nuova Guinea e, pertanto, sembra che non possano esistere dubbi sulla sua provenienza. Win Filewood, un ornitologo che ha passato molti anni in Papua-Nuova Guinea, ha affermato (Australian Aviculture, novembre 1984) che la popolazione australiana di questi Diamanti può essere stata costituita da arrivi relativamente recenti dalla Nuova Guinea. Seguendo infatti le infiorescenze del bambù e le conseguenti formazioni di semi che essi appetiscono, si verificano delle vere e proprie esplosioni di queste popolazioni che si disperdono poi ovunque.

Secondo l'opinione di altri ornitologi, i trichroa australiani costituirebbero invece una popolazione-relitto di tempi remoti, destinata pertanto a scomparire.

Il colonnello Harry Bell, altro grande esperto dell’avifauna della Nuova Guinea, ritiene invece che, come spesso accade, la verità stia nel mezzo ed afferma: «Hindwood ha suggerito che si tratta di arrivi recenti nel Queensland, mentre Marshall ed altri si riferiscono invece ad una popolazione-relitto nella sua fase di estinzione. Penso che abbiano torto entrambi. È una specie di montagna che si nasconde talmente bene nel suo habitat naturale da risultare pressoché inesistente per un osservatore. Questo però non significa che sia nella fase terminale».

La denominazione scientifica ha derivazione greca: “Erythros” = rosso, “oura” = coda, “tri-chroa” = tre-colori.

Descritto da Kittlitz (Mem. Acad. Imp. Sc. St. Pet., 2, 1835) come “Fringilla trichroa”.

Caratteri distintivi

Nel maschio adulto il colore generale del piumaggio è verde intenso piuttosto scuro, con riflessi gialli ai lati del collo, mentre la zona che va dalla fronte fino dietro l'occhio, le guance e le copritrici auricolari sono blu malva scuro. In alcuni individui, subito dopo le copritrici auricolari, può essere presente una piccola macchia rossastra che li fa somigliare in qualche modo ai Diamanti pappagallo di Mindanao (Erythrura coloria). I bordi interni delle secondarie e delle primarie sono scuri mentre il verde sulla parte esterna delle primarie assume una tonalità giallastra.

Groppone e copritrici superiori della coda sono rosso carminio, come le penne centrali della coda, mentre in quelle laterali questo colore è frammisto, soprattutto per la parte esterna, al nerobruno. La coda ha una forma graduata, con le penne centrali più lunghe e le laterali via via più corte.

Gola e parti sottostanti si presentano di un verde più chiaro di quello che caratterizza le parti superiori, talvolta con sfumature bluastre. Le penne che ricoprono la parte alta delle gambe hanno riflessi rossastri. Il becco è scuro e gambe e piedi sono bruni. La lunghezza totale è pari a circa 12 cm.

La femmina è molto simile al maschio, ma con la zona blu della faccia meno estesa e più chiara; mancano inoltre i riflessi giallastri ai lati del collo ed il verde, in generale, si presenta in una tonalità più opaca. Anche il rosso carminio del groppone è più chiaro.

I giovani somigliano alla femmina adulta, ma ancora più chiari, soprattutto nelle parti inferiori e con pochissimo (o addirittura senza) blu sulla faccia. Il becco è giallo intenso con una macchia scura sulla mandibola superiore.

Distribuzione

In Australia, è presente con la sottospecie sigillifera nella parte nord-orientale, esattamente nella penisola di Capo York. Al di fuori dell'Australia, la specie è distribuita, con le sue numerose sottospecie, in una vasta area, dalle Celebes e dalle Molucche alla Nuova Guinea, all’arcipelago Bismark, alle isole Salomone, alle Nuove Ebridi, alle Caroline, alle isole Pellew e Loyalty.

Habitat

Nel suo ampio areale di distribuzione, il Diamante di Kittlitz occupa vari habitat, spaziando dal livello del mare fino ad oltre 2000 metri di altitudine. Generalmente preferisce le zone fitte di bassa vegetazione, poste ai bordi delle foreste di montagna, ma anche le mangrovie, a livello del mare. Frequenta tuttavia anche le radure all'interno dei boschi, le zone prative e coltivate, le piantagioni nonchè parchi e giardini. Non è altresì raro osservarlo accanto o all'interno degli insediamenti umani. Bourke ed Austin hanno potuto notare quattro individui, due adulti e due giovani, accanto ad una scuola pubblica di Ravenshoe ed hanno concluso che la coppia aveva certamente nidificato a poca distanza dalla scuola stessa.

In alcune isole del Pacifico nidifica frequentemente nei villaggi dei nativi, ove viene chiamato “Passero delle isole”.

Al di fuori della stagione riproduttiva, si formano facilmente gruppi di 20 o 30 individui o insiemi anche più numerosi, soprattutto dove esistono coltivazioni o dove l’intervento umano ha fatto sì che sussista maggiore abbondanza di cibo.

Il volo è leggermente ondulato su lunghe distanze, diretto per brevi tratti. Vola agevolmente e con rapidità tra piccoli alberi e cespugli, riuscendo ad evitare gli ostacoli con successo mediante scarti improvvisi.

Nidificazione

Il nido è posizionato talvolta in anfratti di roccia, ben coperto e nascosto da ogni tipo di vegetazione, ma più spesso viene costruito su alberi o cespugli, quasi sempre alla biforcazione di rami. È decisamente ampio se paragonato alla taglia di questo Diamante ed ha forma a pera, con un tubo di ingresso di circa 3,5 cm. di diametro che conduce, con una leggera inclinazione, alla camera di incubazione. È realizzato con steli d’erba secca, muschio, peli animali ed altri materiali simili.

Marshall ha dato una dettagliata descrizione di un nido di trichroa rinvenuto, nel marzo del 1944, sul monte Fisher (Australia): «Il nido è a forma di pera, delle dimensioni di 25 x 15 cm., con il vertice verso il basso. Un’entrata laterale, di 3,5 cm di diametro, porta alla camera di incubazione delle dimensioni di 7,5 x 7,5 cm. Il nido è costruito senza molta cura, soprattutto con un certo tipo di muschio verde non identificato, che cresce in quantità sui rami degli alberi della zona. Frammiste al muschio, sono presenti fibre scure che sembrano crini di cavallo, ma che, in realtà, sono funghi (marasmius equicrinus). Sono presenti anche tralci di piante rampicanti. Il fondo è tenuto insieme da legamenti che arrivano fino alla parte alta della struttura. Il nido era costruito alla biforcazione di un ramo, a circa 6 m da terra, verso la cima dell’albero».

Il numero medio di uova deposte varia da 3 a 6, eccezionalmente da 2 ad 8. Durante il giorno è la femmina che provvede, in massima parte, all'incubazione. Entrambi i genitori passano invece la notte nel nido.

Heumann fornisce un interessante dettaglio: «I giovani non vengono alimentati fino a che non hanno 24 ore di vita, probabilmente per fare in modo che si sviluppino i tubercoli iridescenti, due ad ogni lato del becco. In tal modo i genitori riescono ad alimentare i piccoli anche se la camera interna rimane oscura».

Il periodo di incubazione è compreso tra i 12 a 14 giorni ed i novelli si involano a partire dal ventunesimo.

Anche il Diamante di Kittlitz possiede una sorta di danza amorosa, più semplice però di quella di altri Diamanti australiani: il maschio tiene nel becco del materiale per la costruzione del nido e si posa vicino alla femmina, emettendo un caratteristico verso e muovendo vistosamente la coda; la femmina risponde muovendo anch’essa la coda ed emettendo un verso molto simile, indi si sposta su un altro ramo, seguita dal maschio e così via fino a che non avviene l'accoppiamento.

Nutrimento

Si ciba, sia sul terreno che tra la vegetazione, soprattutto di semi di erbe. Della sua dieta fanno però parte anche termiti e, probabilmente, altri tipi di insetti. Nella Nuova Guinea si nutre soprattutto di semi di bambù e di una specie locale di fichi.

Canto

Il verso di contatto è un “tsit-tsit” piuttosto penetrante. Viene invece emesso, da entrambi i sessi, un metallico “tiirr” formato da una serie di note in fase calante, sia in volo che nella fase di corteggiamento.

La canzone vera e propria è, secondo D. Goodwin, «piuttosto forte e stridula. È preceduta da alcuni trilli ed è formata da sei elementi, tre di questi ripetuti ad intervalli regolari».

Sottospecie

Esiste un discreto numero di sottospecie del trichroa: praticamente quasi che ogni gruppo di isole del Pacifico ne vanta una:

E. t. sanfordi - Celebes.

E. t. modesta - Molucche settentrionali. E. t. pinaiae - Molucche meridionali.

E. t. sigillifera - Penisola di Capo York (Australia), Nuova Guinea, New Britain, New Irland.

E. t. eichorni - Arcipelago Bismark, isole S. Matthias.

E. t. pelewensis - Isole Palau.

E. t. clara - Isole Truk e Ponapè.

E. t. woodfordi - Guadalcanal.

E. t. cyanofrons - Nuove Ebridi, isole Loyalty.

Allevamento

Il Diamante di Kittlitz costituisce la specie del genere Erythrura più ampiamente e facilmente allevata. Si tratta di uccelli robusti, che si adattano bene in cattività e si riproducono abbastanza agevolmente. Non risulta comunque molto comune negli allevamenti, né in Europa né in Australia, dove sembra che i ceppi allevati non siano originari della penisola di Capo York, ma derivino da soggetti importati dalla Nuova Guinea e da altre isole.

In Europa, soprattutto per la scarsità di questi Diamanti dopo la seconda guerra mondiale, si è ecceduto spesso nella pratica dell’ “inbreeding”, cioè negli accoppiamenti successivi tra consanguinei stretti, determinando così una diminuzione, anche brusca, della prolificità. Oggi, grazie alle importazioni che si sono succedute, la situazione si è normalizzata sufficientemente e c’è una buona produzione di soggetti, soprattutto nei paesi del Benelux da dove, con una certa frequenza sono importati anche in Italia, ove – forse – non ha ancora trovato l’apprezzamento che merita.

Il primo successo in Europa è attribuibile al tedesco Hauth il quale, a partire dal 1887, lo ha allevato per otto generazioni. A causa del temperamento alquanto nervoso, l’alloggiamento ideale è costituito da una voliera fornita di alberi e cespugli, dove perde presto ogni timore e diventa confidente. Si può allevare tuttavia anche in gabbia, all’interno della quale mantiene tuttavia una certa nervosità di comportamento.

La specie sopporta bene anche le basse temperature, addirittura vi è chi afferma che non mostri alcun segno di intolleranza a temperature vicine a 0°C.

Oltre alla miscela di semi, relativamente alla quale è il caso di sottolineare che è molte gradito il misto per Canarini, appetisce semi germinati, verdura e pastoncino per insettivori.

In gabbia accetta, più o meno volentieri, la tipica cassetta per esotici, mentre in voliera tende a costruire il nido all’interno di cespugli, preferibilmente fitti.

La costruzione ricade in gran parte sulle spalle del maschio che provvede totalmente alla realizzazione dell’esterno, mentre la femmina prepara la parte più morbida interna.

Il materiale utilizzato in cattività è del tipo più vario: fili d’erba, foglie secche, fibre di varia natura e, per la camera di incubazione, lanuggine, ovatta, piume.

Questa specie, in cattività, tende a realizzare nidi molto piccoli: se si mettono a disposizione cassette di varia grandezza, verrà invariabilmente scelta quella più piccola. Questo comportamento determina talvolta, negli allevamenti, la morte per schiacciamento di alcuni pulli.

Abrahams ha osservato (Breeding the three-coloured Parrot Finch in South Africa», Avic. Mag., 4, 1939) che l’incubazione è a carico esclusivo della femmina, mentre il maschio è molto attivo nell’imbeccare i piccoli.

In generale i Kittlitz risultano dei buoni genitori, allevano bene e mantengono l’interno del nido internamente molto pulito, come nessuna altra specie di Diamanti è solita fare. Anche dopo l'involo dei novelli, si può notare una straordinaria pulizia interna.

II verso dei nidiacei è particolarmente forte, il che costituisce un’altra caratteristica peculiare della specie.

I giovani lasciano il nido dopo tre settimane e sono alimentati dai genitori per un’altra decina di giorni; una volta involati, non tornano più al nido per dormire, similmente a quanto accade anche per altri Diamanti.

È opportuno separare i giovani non appena siano in grado di alimentarsi in modo autonomo.

Sono inoltre assai precoci: già a quattro o cinque mesi di età possono riprodursi, ma è sconsigliabile dar consentire accoppiamenti con soggetti che abbiano un’età inferiore ai dieci mesi.

La mutazione più conosciuta e diffusa del del Diamante di Kittlitz è probabilmente la lutino: il corpo si presenta giallo, con la testa bianca ed il groppone rosso (nella foto a lato compaiono alcuni di tali soggetti).
Allegati
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