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Estrilda astrild

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COMITATO REDAZIONALE
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Estrilda astrild

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Dopo ampia discussione su questa DOMANDA NEL forum FEO vecchio riportiamo le risposte più importanti e utili


Mi sapete parlare dell’allevamento e non solo del Estrilda astrild?

L’Astrilde di Sant’Elena (Estrilda astrild) chiamato anche Astrilde comune o Estrilda comune, noto col nome inglese di Waxbill, è un piccolo passeriforme appartenente alla famiglia Estrildidi, lungo circa 11-13 cm di cui metà lunghezza formata solo dalla coda. E’ nativo dell’Africa sub-Saharaniana ma è stato introdotto in molte località del mondo, tanto da occupare un’area di estensione globale di circa 10,000,000 km². L’apertura alare di questo piccolo estrilide è di circa 12-14 centimetri, con un peso di circa 7-10 grammi. Ha un corpo molto snello con ali corte arrotondate e una lunga coda. Il piumaggio è prevalentemente marrone sfumato di grigio, con fini barrature color marrone scuro; in viso presenta un disegno a striscia, come mascherina lungo l’occhio di color rosso vivo; anche in petto è presente una forte sfumatura rossa negli adulti. Le guance e la gola sono biancastre, la groppa è di colore marrone e la coda e le ali son molto scure. Le femmine sono molto simili ai maschi, ma presentano colori più pallidi come il rosso meno vivo sul ventre. I giovani presentano sfumature e colori molto spenti, il rosso del ventre è poco presente ed in generale le loro tonalità son molto scure con striature poco visibile e marcate. Esistono specie molto simili sia di colori che d’aspetto e facilmente confondibili tra loro per un occhio inesperto; come i Becchi di Corallo (che non presentano le “zebrature/barrature” nel piumaggio. Oltre a ciò, la difficoltosa identificazione di questa specie è consolidata dalle circa 17 sottospecie ampliamente distribuite in gran parte dell’Africa del Sud e del Sahara. Le loro zone d’origine si estendono nella parte orientale e centrale del Sud Africa (tranne nelle regioni desertiche o di fitta foresta); nell’Africa Occidentale le popolazioni sono concentrate in Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio. Gli Astri di Sant’Elena conquistano come loro habitat le pianure d’aperta campagna dove la presenza di erba lunga e rigogliosa, paludi e corsi d’acqua gli rendono facile il procacciarsi cibo. Spesso si adeguano e abituano alla presenza umana e non è difficile vederli presso parchi pubblici e giardini. Scappati dalla cattività o deliberatamente rilasciati, molte popolazioni nidificanti sono state avvistate in molteplici località dove il clima sufficientemente caldo e la grande abbondanza di erbe selvatiche gli permettono un facile adattamento. In natura il nido è una grossa palla formata da lunghi steli d’erba ovoidale rivolta verso il basso con un piccolo foro d’apertura laterale da dove accedere. È costruito generalmente in una cavità, di solito in basso, tra la fitta vegetazione. Un secondo nido rudimentale può essere costruito in cima al primo, dove il maschio dorme. La femmina depone da quattro a sette uova bianche che cova per circa 13 giorni. I giovani si involano dopo 17-21 ma continuano a dipendere dai genitori che partecipano entrambi sia alla cova che all’alimentazione dei pulli. La loro stagione riproduttiva varia molto in base alle diverse parti del mondo. La loro dieta consiste soprattutto di semi d’erba selvatica; gli insetti son ben graditi soprattutto durante la stagione riproduttiva quando gli Astri necessitano di proteine animali nell’alimentazione. Generalmente l’Astrilde di Sant’Elena si raduna in grossi stormi formati anche da centinaia o migliaia di esemplari. Abitualmente è caratteristico osservarlo mentre è aggrappato alla vegetazione con i suoi lunghi e sottili artigli intento a scrutare il terreno per la raccolta dei semi e delle cime dei fiori. Ha bisogno di bere regolarmente perché la sua dieta è prettamente formata da semi che contengono poca acqua. Per quanto riguarda l’allevamento in cattività poco allevato uccello si adatta facilmente alla vita in gabbia. Molti allevatori gli dedicano anche gabbie di modeste dimensioni, nonostante la sua voglia di ampi spazi. Si adatta bene come alimentazione ai reperibili misto esotici, meglio se integrati con semi leggeri e piccoli di varie graminacee. In riproduzione non disegna prede vive come i moscerini della frutta o piccoli insetti che abilmente cattura se ne scorge la presenza nella propria gabbia o voliera. Sono uccelli molto socievoli e timidi sia con i propri conspecifici sia con altre specie; convivono bene con altri uccelli esotici di piccola taglia e non aggressivi. La riproduzione non è difficoltosa tranne per le minute dimensioni dei nidiacei. l’istinto all’allevamento dei piccoli si è un pò perso, la cova spesso è assidua ma generalmente i pulli appena nati vengono affidati a balie. In caso di riuscita nell’allevamento in purezza tramite genitori naturali, i piccoli crescono in fretta, ben alimentati e accuditi. La difficoltà invece dell’allevamento da parte dei Passeri del Giappone (le balie utilizzate) è reso difficoltoso nei primi giorni di vita dei piccoli stessi, proprio a causa delle loro dimensioni molto ridotte e quindi nella difficoltà nel fornirgli la corretta imbeccata (come accennato prima). Nidificano nelle normali cassette per esotici imbottendole all’inverosimile anche se preferiscono creare nidi naturali tra le piante di una voliera se ne han la possibilità. Non soffrono particolarmente le basse temperature ma è sconsigliato fargli passare l’inverno all’esterno.


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