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LE NETTARINIE DELLA CINA MERIDIONALE

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COMITATO REDAZIONALE
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LE NETTARINIE DELLA CINA MERIDIONALE

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LE NETTARINIE DELLA CINA MERIDIONALE
Nella Cina meridionale sono presenti dodici Specie di Nettarinidi riunite in cinque Generi.

Genere Anthreptes
- Anthreptes singalensis.
Genere Nectarinia
- Nectarinia asiatica.
- Nectarinia jugularis.

Genere Aethopyga
- Aethopyga gouldiae.
- Aethopyga ignicauda.
- Aethopyga siparaja.
- Aethopyga nipalensis.
- Aethopyga saturata.
- Aethopyga christinae.

Genere Hypogramma
- Hypogramma hipogrammicum.

Genere Arachnothera
- Arachnothera magna.
- Arachnothera longirostra.

Sulle loro caratteristiche somatiche e comportamentali e sulle norme basilari per una sana e equilibrata alimentazione in cattività, l'amico Mignone ha tradotto dal tedesco, con pertinenti aggiunte, un opuscolo edito dalla Società Gunter Enderle di Pforzheim, pubblicato su I. O. nel 1990 al quale rimando gli interessati.
Mi limito a aggiungere soltanto una breve appendice sulle Specie citate, prima di passare all'esperienza personale con questi delicati e graziosi uccellini.

Le Specie del genere Anthreptes hanno il becco di solito più corto e meno incurvato di quello tipico del genere Nectarinia e sono forse, in linea di massima, le più calme, miti e timide della famiglia.
Nel genere Aethopyga, il più rappresentato nella Cina meridionale (sei Specie su quattordici), i maschi esibiscono estese colorazioni rosso sangue o giallo vivo in piacevole contrasto con le piume e le penne ornamentali iridescenti verdi o azzurrovioletto; hanno le due timoniere centrali più lunghe delle altre.

Questi Netiarinidi vivono prevalentemente nelle foreste montane anche a quote elevate.
Nei generi Hypogramma (comprende una sola Specie) e Arachnothera, i maschi hanno colori smorti come le femmine. Inoltre gli Arachnothera (Mangia ragni) sono uccelli abbastanza grossi, se paragonati agli altri della Famiglia, di costituzione massiccia con coda breve e becco molto lungo piegato verso il basso.
Vengono considerati per filogenesi vicini ad alcune Specie di Melifagidi della Nuova Guinea.

Esperienza personale (esperienza personale di A.Capecchi)

Nel lontano inverno del 1993 il mio amico importatore ricevette da una ditta
asiatica, insieme a migliaia di altri uccelli, delle Nectarinia jugularis. Appena giunto a casa le alloggiai in un confortevole gabbione con quattro beverini a caduta colmi di "nettare" posati sul fondo

Il "nettare"
era costituito da un miscuglio, preparato a occhio e croce con succo di frutta, latte, miele e alcune gocce di un polivitaminico per uso pediatrico.
Immediatamente, senza timore, si avventarono su quel cibo liquido iniziando a
sorbirlo con rapidissimi movimenti della lingua protrattile. Il giorno successivo
aggiunsi due vaschette per il bagno, che non tardarono a fare sebbene la stanza non fosse riscaldata. In ben meno di un mese, abbondantemente nutrite con quanto descritto, al quale aggiungevo, ogni due-tre gioni: saccarosio, un "ricostituente" per uso umano, a base di aminoacidi e estratto epatico grezzo, e alimento in polvere per neonati, con le penne rimesse a nuovo da frequenti abluzioni sfoggiarono appieno tutta la loro bellezza, messa ancor più in risalto dall'eleganza delle forme e dalla taglia minuta che non superava i dieci centimetri. I maschi erano stupendi; avevano fronte vertice e occipite verde-lilla; nuca, auchenio e alto dorso castano-nero; basso dorso, groppone e sopracoda blu mare e lilla; gola e parte alta del gozzo celestelilla; parte bassa del gozzo, petto, ventre e sottocoda giallo paglia; copritrici auricolari e lati del collo quasi neri; ali coda e tarsi neri; occhi scuri.

Descrizione
comunque approssimativa, perché le piume iridescenti mutavano continuamente colore secondo la luce, come fanno alcune pietre preziose. Le femmine erano di colore grigio-verde in diverse tonalità.
Agli inizi della buona stagione le trasferii in voliera esterna dove vissero benissimo.
Si spostavano in gruppo e tra loro regnò sempre un perfetto accordo, eccetto durante i tentativi di riproduzione, quando, formate le coppie vi furono brevi zuffe tra i maschi, apparentemente più di rituale che di vera aggressione, per delimitare i territori. Spesso si libravano nell'aria come i Colibrì per suggere il nettare dai Convolvoli e dagli Iris.

Dimostrarono anche una notevole capacità di orientamento localizzando in pochi minuti i recipienti con il cibo, in qualsiasi punto della voliera li mettessi. Per niente forastiche, se affamate, mi venivano incontro e succhiavano l'alimento dai beverini che avevo ancora in mano: sembravano Rubiarie (Macroglossa stellatarum), note anche col nome di Farfalle di
Sant'Antonio, quando immobili da vanti a un fiore ne aspirano il nettare sorreggendosi con il rapidissimo battito delle ali. Quantunque nell'aviario vi fossero numerose Specie di differente taglia, ci furono, come accennato, dei tentativi di riproduzione, ma i nidi, per l'esattezza tre, di forma ovoidale con apertura di lato, forse per mancanza di materiale adatto, risultarono appena abbozzati. In uno di questi furono deposte due uova di colore bianco, con scarse macchioline, che caddero quasi subito a terra. Sul finire dell'estate, per impegni familiari e di lavoro fui costretto a affidare l'allevamento a un conoscente.
Poiché era la prima volta che si occupava di uccelli ritenni opportuno consegnare le Nettarinie a un negoziante del settore che avrebbe potuto accudirvi meglio: disgraziatamente non fu così. In quel periodo il negozio non era condotto dal proprietario, ma gestito da altra persona e io
non sapevo che tra loro vi erano forti contrasti per questioni finanziarie. Al ritorno, dopo una ventina di giorni, trovai la bottega chiusa e delle Nettarinie più nessuna traccia. Mi dispiacque molto, perché questi minuscoli e simpatici pennuti si erano rivelati di facile alimentazione, robusti, adattabili a temperature relativamente basse e molto docili. Non seppi mai a quale Sottospecie appartenessero esattamente. La Nectarinia jugularis, per il vastissimo areale nel quale è presente, ne comprende ben venticinque
Dopo tanti anni, nel novembre del 2000 venni in possesso di due coppie di Aethopyga christinae un Nettarinide presente con tre Sottospecie nella Regione orientale: A.c. latouchii nel SE della Cina e nel N Vietnam, la forma tipica A.c. christinae, nell'isola di Hainan e A.c. sokolovi nel S Vietnam. I colori che più risaltano nei maschi sono il verde splendente della parte superiore della testa, nuca, auchenio e penne centrali della coda, che dopo il bagno assume riflessi lilla e porporini, e quello rosso vivo della gola e del petto. Il dorso, le ali e le altre timoniere sono grigioscuro-grigioverde. Il sopraccoda e la parte terminale del groppone: giallo limone, difficilmente visibile perché quasi sempre nascosto dalle ali. Parte inferiore del petto e il ventre: grigio cenere chiaro. Tarsi, piedi e becco: grigi. Occhi: neri.
La femmina ha colori sobri che variano dal grigioverde al grigio cenere con sfumature gialle sul petto e sul groppone. Tarsi, piedi, becco e occhi come nel maschio. La coda non possiede le due penne centrali più lunghe. Lunghezza intorno ai dieci centimetri.

Presi due soggetti (un maschio adulto e un giovane poi risultato
di sesso femminile) si assuefecero abbastanza bene, ma il processo sì rivelò lungo e problematico, le due Nettarinie orastanno benissimo e il maschio si esibisce spesso di fronte alla femmina nella parata nuziale cantando con quanto fiato ha in gola. È bizzarro vederlo inclinato tutto su una parte, con la
coda alzata semiaperta e vibrante piegata in avanti, il collo e la testa flessi indietro nell'atto di mostrare alla femmina la sua sgargiante livrea. Se tutto andrà bene ho intenzione di predisporre una parte della voliera per alloggiarvi questa coppia alla fine di giugno del prossimo anno.

Ultime annotazioni.
Uso un "nettare" costituito da liofilizzato di carne, alimento completo in polvere per neonati e miele integrale, che rinnovo ogni mattina dopo avere accuratamente pulito il beverino con una soluzione di sali quaternari d'ammonio.

Le cose per ora vanno a gonfie vele; anche il cambio delle
penne, avvenuto nel periodo agosto-settembre, è stato regolare; unico neo: le nuove piume del petto anziché rosso vivo sono rosso mattone.
Una serra voliera riscaldata in inverno è l'ambiente più confacente per questi uccelli. Se costretti ad utilizzare le gabbie, le più pratiche sono quelle comuni con sul fondo carta assorbente e poste su di un "tappeto" di pagine di giornale o chiuse con fogli di plastica. Le Nettarinie infatti, quando mangiano, lo fanno quasi di continuo, schizzando il cibo da tutte le parti, in special modo se è denso.
Le gabbie all'inglese, con il frontale di vetro o altro materiale trasparente, opportunamente aerate, sono più belle
ma meno luminose. La carta sul fondo deve essere sostituita
quotidianamente, la gabbia va pulita secondo necessità, comunque almeno due volte alla settimana se non si vogliono correre rischi per la salute di questi leggiadri ma impegnativi volatili.
Allegati
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Aethopyga_siparaja_jpg_47c838b8afdfdbc514afac9e0de6fcf8.jpg
Aethopyga_nipalensis2_jpg_bb8679fb6b90aa7ca9b6542993a41a98.jpg
Aethopyga_nipalensis_jpg_600553b9e8a429a3ed5d444f63257959.jpg
Aethopyga_ignicauda_jpg_65cb5fdf279447a479657ca1d2b74d6e.jpg
Aethopyga_christinae_jpg_5d639fa3716bc47995af3fa5e27566ba.jpg
Aethopyga_gouldiae_jpg_9a7868e01e3a7f1c696a1ca7a326fdcd.jpg


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