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che uccelli selvatici monitorare per la sorveglianza del virus

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che uccelli selvatici monitorare per la sorveglianza del virus

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West Nile: che uccelli selvatici monitorare per la sorveglianza del virus?

Culex pipiens, la zanzara comune, è il principale vettore del virus West Nile (WNV). Studiare le sue abitudini alimentari è importante per predisporre interventi di prevenzione della diffusione del virus. Dal 2008 anche l’area dell’Italia Nord Orientale è interessata dalla presenza del virus West Nile (WNV), che provoca quella che comunemente viene chiamata febbre del Nilo (West Nile fever) e che può colpire non solo uccelli selvatici e animali domestici, ma anche l’uomo.

La zanzara comune (Culex pipiens) è il principale vettore del virus: attraverso una puntura può trasmettere il virus da un animale all’altro, uomo compreso. La zanzara per compiere il suo ciclo vitale ha bisogno di nutrirsi di sangue di altri animali, definiti animali-ospite. Per questo negli ultimi anni nelle zone geografiche del Nord-Est si è intensificata l’attività di sorveglianza rivolta sia all’uomo che ad altri animali come gli equini, gli uccelli selvatici e ovviamente le zanzare. Studiare le abitudini alimentari della zanzara è sempre più importante: conoscere quali sono i suoi ospiti preferiti significa avere un quadro più preciso della diffusione del virus, e quindi poter predisporre interventi di prevenzione più efficaci.

La ricerca IZSVe Un progetto di ricerca condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (RC IZSVE 10/12) ha studiato il modo di intensificare la sorveglianza del virus West Nile attraverso la conoscenza delle abitudini alimentari della zanzara in relazione alla fauna selvatica, in particolar modo agli uccelli. In Veneto infatti non era chiaro quale fosse la specie volatile preferita dalla zanzara, da monitorare come riferimento per la sorveglianza della malattia.

Lo studio ha valutato: Mappa trappole per West Nile Disease Una ricerca dell’IZSVe ha sottoposto ad analisi molecolari le zanzare catturate con una rete di trappole disposte nel Nord Est Italia. L’obiettivo di comprendere quali fossero le specie volatili preferite dalla zanzara. la preferenza alimentare delle zanzare comuni in 85 siti campione; l’abbondanza degli uccelli in 10 siti campione, caratterizzati sia da presenza che da assenza di circolazione del virus. Grazie a trappole che venivano attivate per una notte ogni 15 giorni, nel periodo che andava da maggio a ottobre, sono state catturate zanzare ingorgate, vale a dire che avevano appena compiuto il pasto di sangue. Queste sono state immediatamente congelate a -20°C e poi sottoposte ad analisi molecolari. Le sequenze ottenute, comparate con quelle di specifici database, hanno permesso l’identificazione degli ospiti.

Per ottenere un modello di probabilità della presenza delle specie interessate dalla puntura delle zanzare si sono incrociati: dati ambientali relativi a temperatura, piovosità, umidità (ricavati dal CMCC, il Centro Euro-Mediterraneo sul Cambiamento Climatico); informazioni climatiche come altitudine, copertura del suolo e indici medi di vegetazione; informazioni già disponibili da precedenti studi riguardo alla circolazione del virus nelle aree in questione. Risultati Gli ospiti preferiti della zanzara comune Merlo Su 1.400 zanzare catturate, 742 sono state sottoposte ad analisi molecolare. Nel 78% dei casi l’ultimo pasto di sangue era stato un volatile. Il merlo e la gazza sono risultate le due specie preferite. Su quasi 1.400 zanzare catturate della specie Culex pipiens, 742 sono state sottoposte ad analisi molecolare (metodo PCR) e sono state ottenute 568 sequenze con identificazione dell’ospite su cui la zanzara aveva compiuto l’ultimo pasto di sangue. Delle 56 specie diverse riscontrate il 78% erano volatili, mentre il rimanente era composto da mammiferi domestici, roditori, insettivori e rettili. Il risultato più importante è stata l’identificazione delle specie di volatili preferite dalla zanzara comune: il merlo e la gazza sono in cima alla classifica, seguite dalla tortora dal collare e dal passero. La tortora risulta meno preferita, mentre il passero è scelto in modo opportunistico: tuttavia anche questi uccelli possono essere inseriti nell’attività di sorveglianza, in qualità di seconde scelte. Anche il pollo domestico va tenuto in considerazione, confermando la bontà della scelta degli allevamenti aviari come sentinelle per la circolazione di WNV. Piccione e storno sono invece risultati del tutto ignorati. Le aree a maggior rischio nel Nord-Est Un secondo importante risultato è emerso incrociando le informazioni climatiche raccolte in questo lavoro con dati relativi a precedenti studi di sorveglianza. Uno studio del 2012/2013 aveva infatti evidenziato che il virus West Nile era presente in 14 siti, mentre un altro virus molto affine, l’Usutu virus, in ben 29. Inoltre la biodiversità delle zone interessate era significativamente minore nei siti con virus West Nile rispetto ai siti con Usutu virus. Cosa si è ottenuto mettendo insieme questi dati con le nuove informazioni climatiche e ambientali? Mappa probabilità presenza West Nile Disease Veneto Species Distribution Model per WNV: la gradazione cromatica riporta il livello di probabilità con cui può essere trovato WNV nell’area. Grazie alla ricerca, si è capito che l’area più esposta al rischio di circolazione di WNV è la parte sud-occidentale del Veneto. Si è compreso che per conoscere la distribuzione delle specie di volatili selvatici le variabili più significative sono state altitudine e copertura del suolo (anche se alcune specie risultavano particolarmente sensibili ad altre variabili ambientali). Si è quindi capito che l’area più esposta al rischio di circolazione del virus West Nile, sulla base dell’effetto legato alla presenza di volatili selvatici, è una fascia compresa tra il fiume Po e il fiume Adige, nella parte sud-occidentale del Veneto. In ogni caso, tutta la parte pianeggiante della regione risulta essere esposta ad un rischio medio non trascurabile. Anche parte della provincia di Mantova e della Regione Emilia Romagna ai confini con il Veneto risultano interessate da una elevata probabilità di circolazione virale.

Conclusioni: Il progetto di ricerca IZSVe è stato il primo tentativo italiano di studiare gli ospiti di Culex pipiens associato al censimento degli uccelli selvatici, in modo da definire le reali preferenze di ospite della zanzara in un’area in cui circola il virus West Nile. Lo studio ha individuato il merlo e la gazza come uccelli target per la sorveglianza nei confronti del virus. I mammiferi sono, come atteso, scarsamente rappresentati, compreso l’uomo. Questo in parte spiega la relativa bassa incidenza di WNV nell’uomo, comparando la situazione italiana ad esempio con quella dell’est Europeo o degli USA, in cui sono presenti altri vettori oltre Culex pipiens. La produzione di mappe che permettano di individuare le aree a maggior rischio di circolazione di WNV si è rivelata una metodologia promettente per incrementare l’efficacia dell’attività di sorveglianza e prevenzione della diffusione del virus.


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