Sali minerali e vitamine
Inviato: ven mar 26, 2021 7:59 pm
Dopo ampia discussione su questa DOMANDA NEL forum FEO vecchio riportiamo le risposte più importanti e utili
Si possono usare Sali minerali e vitamine?
Se l’alimentazione è corretta e varia, i sali minerale e le vitamine necessari a mantenere in buona salute i volatili vengono reperiti a sufficienza dai vari alimenti. In caso contrario è molto utile intervenire con dei correttivi utilizzando sali minerali e vitamine. A mio parere particolarmente le vitamine risultano utili dopo aver trattato antibiotici onde ripristinare la flora batterica intestinale.
Buongiorno a tutti..
Riguardo il post-trattamento antibiotico ed avendo gli uccellini una alimentazione varia compresa di erbe prative "a ruota", dopo un trattamento antibiotico conviene di più fare un giro di vitamine ( nel beverino ) oppure sono meglio i fermenti lattici ?
Dalla mia esperienza conviene fare prima un ciclo di fermenti e dopo quello vitaminico...
Di norma in che modo/quantità si somministrato i fermenti lattici ?
Se vuoi, li puoi somministrare quotidianamente nel pastoncino o nell'acqua da bere ottimi sono quelle a capsule da aprire e inserire nel pastoncino; oppure un flacoide per litro d'acqua.
Mi dite il ruolo dei sali!
Il loro ruolo, il sodio lo ritroviamo sopratutto nel sangue e il potassio nei muscoli, ma entrambi quasi come microelementi, li ritroviamo a mantenere l'efficienza funzionale di certe membrane interne; però, in minima quantità, insieme a vari microelementi, sono indispensabili anche per il funzionamento della maggior parte dei cicli enzimatici: fra questi in primo piano lo ione magnesio, ma anche lo zinco che entra nella composizione dell'anidrasi carbonica e dell'insulina, e il rame che fa parte di vari enzimi, fra i quali la tirosinasi, indispensabile per la formazione delle melanine, per cui una sua carenza può determinare forme di albinismo. Sotto questo aspetto metabolico i macro- e i microelementi assomigliano alle vitamine. Nel sangue degli animali ci sono moltissimi sali: cloruro di sodio, bicarbonati, fosfati, solfati, di vari metalli sodio, potassio, calcio, magnesio, ecc.; non per niente si dice che il substrato della vita è un "sol" proteico disciolto in una soluzione salina. Lo scopo dei sali del sangue è duplice: mantenere le caratteristiche fisico-chimiche più adatte alla vita e costituire il mezzo tramite il quale i sali contenuti negli alimenti, una volta assorbiti ed entrati in esso, vengono distribuiti alle cellule che ne abbisognano. Quindi di sali negli organismi animali c'è gran varietà e così è nelle piante e nell'acqua, dalle quali naturalmente gli animali li traggono mangiando e bevendo. Invece, se si tratta di sali inorganici con l'esclusione di bicarbonati e carbonati restano sia i metalli che i componenti acidi. Perciò, in effetti, nei comuni alimenti, di sali ce ne sono più di quanto le "ceneri" ci dicano, ma ciò non toglie niente al valore e al significato di esse, perché gli acidi organici che volatilizzano, la pianta se li sintetizza da sé dopo la funzione clorofilliana, mentre gli altri elementi sodio, potassio, calcio, fosforo, doro, ecc., ecc. Deve prenderli con le radici dal terreno, naturalmente disciolti nell'acqua. Quando l'animale mangia un alimento vegetale, utilizza praticamente tutti i sali che contiene, siano essi organici o inorganici, esclusi gli ossalati sali dell'acido ossalico che, del resto, si trovano solo nelle parti verdi di poche specie; ma sembra che i bovini utilizzino anche questi, tramite la flora intestinale. Comunque la cosa non riguarda i canarini. Il meccanismo di queste utilizzazioni, ovviamente, è complesso, per una questione di "equilibri" il più noto è il rapporto calcio fosforo, di "ioni", di "trasporto attivo", ecc., ma dico solo che di questi sali, che sono tanti, alcuni sono utilizzabili totalmente, altri solo in una percentuale variabile da una specie animale ad un'altra: ma, considerata l'elevata quantità che c'è negli alimenti vegetali in genere, il fabbisogno giornaliero è più che assicurato, salvo condizioni anomale di vita. Naturalmente ogni precisazione in questo campo richiederebbe il dato sperimentale che per il canarino non esiste, ma, facendo riferimento ai vari animali studiati, mammiferi e uccelli, i tantissimi esperimenti fatti ormai da tempo hanno messo in chiara evidenza che solo in particolari cattive condizioni di stabulaggio e alimentazione, possono manifestarsi negli animali in crescita stati di sofferenza dovuti a carenza prolungata di uno o più elementi minerali, sopratutto fra i macroelementi specialmente calcio e fosforo, stati che regrediscono appena tali condizioni vengono rimosse, poiché, quando l'ambiente e l'alimentazione sono normali cioè secondo Natura, qualunque animale ha a sua disposizione tutti i sali di cui abbisogna. Tantomeno, ovviamente, ciò riguarda gli animali adulti, le cui ossa, e tutto il resto, si sono ormai formate e consolidate; è chiaro che per le ovaiole e le vacche in lattazione il discorso può essere diverso. Allora, com'è che anche per i canarini adulti tranquillamente svernanti si insiste tanto da più parti nel raccomandare le varie "integrazioni minerali", quasiché, in loro assenza, l'animale andasse incontro a rischi di ogni genere? Il fatto è che nell'allevamento di un animale da reddito questi vari anni di "tranquilla vita normale, puramente vegetante", non esistono e negli studi di alimentazione e mangimistica non vengono praticamente neppure presi in considerazione, perché il "reddito" vuole che l'animale aumenti di peso il più rapidamente possibile per essere macellato appena ha raggiunto il peso ideale (vien fatto di pensare al "peso-forma" di altre circostanze) per fornire il massimo di carne con la minima spesa per farglielo raggiungere, oppure perché lo stesso "reddito" vuole che appena la bovina non è più in grado di fornire latte in quantità rimunerativa rispetto alle spese di alimentazione e stabulaggio, venga ugualmente macellata. Esattamente la stessa cosa è per i suini che vengono letteralmente "ingozzati" di "alimenti tecnologici" fino al momento che hanno raggiunto il loro accrescimento massimamente rimunerativo, dopodiché diventano "insaccati" e tutto il resto. La scrofa viene mantenuta in vita per pochi anni e, cioè, finché produce il massimo dei lattonzoli senza complicazioni, poi anch'essa viene "insaccata"... senza nessun rispetto se fino a quel momento è stata bravissima... Come il sentimentalismo è nemico della selezione, così lo è in pari misura del reddito. Ed ancora esattamente lo stesso è per i volatili da reddito, dal mastodontico e linfatico tacchino fino alla graziosa quaglia giapponese. Intendiamoci, concettualmente anche in passato era lo stesso, anche se allora era il contadino, anziché il grosso allevamento multinazionale, ad agire in questo modo, ma la maniera era più "naturale", assai meno forzata, perché più diluita nel tempo e meno "appariscente"; però anche meno redditizia. Ma allora la manodopera costava assai poco e la concorrenza era minore, i mangimi si producevano "in loco", ecc. Tuttociò spiega perché oggi l'alimentazione del bestiame non può indulgere ad alcuna forma di "deviazione" e deve per forza essere "tecnologica"; per cui, dati i tempi minimi da impiegare in ogni forma di allevamento, deve giovarsi di tutti i "sussidi", "addittivi", "integratori", ecc., adatti allo scopo, compreso il "gonfiaggio" con ormoni e cose del genere, per le quali si dice che l'Italia sia meno permissiva e più attenta di vari altri Paesi e ciò ci conforta non poco. Orbene, come poteva l'industria che si occupa dei canarini e "assimilati" non scorgere in queste complesse tecnologie dell'allevamento moderno la possibilità di utilizzarle per un giusto guadagno? Dico "giusto", perché, fino a prova contraria e "innaturale", un'impresa che vuole affermarsi ed espandersi deve cercare, oltre al resto, nuove forme di introiti, studiando la disponibilità del mercato (marketing), la più adatta programmazione e tutto quanto un istruttivo e dotto articolo comparso sul n. 8/9 del 1992 ci ha insegnato su un analogo argomento, quello dei farmaci. Purtroppo, però, non si è considerato, o non si è voluto considerare che l'allevamento del Canarino ha ben poco da spartire con quello forzato moderno degli animali da reddito, sia per la enorme differenza di mole (ne riparleremo ampiamente), sia perché in tutti i mesi invernali i nostri uccellini devono solo "vivere" aspettando il momento, la primavera, per cominciare ad essere "rimunerativi" procreando prole atta a soddisfare l'interesse amatoriale, od anche l'interesse pecuniario, com'è per certe razze che raggiungono prezzi da capogiro. In fin dei conti l'allevamento del canarino assomiglia a quello del cavallo da corsa che ripaga l'alimentazione e le cure di un anno con le vincite alle gare cui partecipa. Almeno così spera il proprietario.
Si possono usare Sali minerali e vitamine?
Se l’alimentazione è corretta e varia, i sali minerale e le vitamine necessari a mantenere in buona salute i volatili vengono reperiti a sufficienza dai vari alimenti. In caso contrario è molto utile intervenire con dei correttivi utilizzando sali minerali e vitamine. A mio parere particolarmente le vitamine risultano utili dopo aver trattato antibiotici onde ripristinare la flora batterica intestinale.
Buongiorno a tutti..
Riguardo il post-trattamento antibiotico ed avendo gli uccellini una alimentazione varia compresa di erbe prative "a ruota", dopo un trattamento antibiotico conviene di più fare un giro di vitamine ( nel beverino ) oppure sono meglio i fermenti lattici ?
Dalla mia esperienza conviene fare prima un ciclo di fermenti e dopo quello vitaminico...
Di norma in che modo/quantità si somministrato i fermenti lattici ?
Se vuoi, li puoi somministrare quotidianamente nel pastoncino o nell'acqua da bere ottimi sono quelle a capsule da aprire e inserire nel pastoncino; oppure un flacoide per litro d'acqua.
Mi dite il ruolo dei sali!
Il loro ruolo, il sodio lo ritroviamo sopratutto nel sangue e il potassio nei muscoli, ma entrambi quasi come microelementi, li ritroviamo a mantenere l'efficienza funzionale di certe membrane interne; però, in minima quantità, insieme a vari microelementi, sono indispensabili anche per il funzionamento della maggior parte dei cicli enzimatici: fra questi in primo piano lo ione magnesio, ma anche lo zinco che entra nella composizione dell'anidrasi carbonica e dell'insulina, e il rame che fa parte di vari enzimi, fra i quali la tirosinasi, indispensabile per la formazione delle melanine, per cui una sua carenza può determinare forme di albinismo. Sotto questo aspetto metabolico i macro- e i microelementi assomigliano alle vitamine. Nel sangue degli animali ci sono moltissimi sali: cloruro di sodio, bicarbonati, fosfati, solfati, di vari metalli sodio, potassio, calcio, magnesio, ecc.; non per niente si dice che il substrato della vita è un "sol" proteico disciolto in una soluzione salina. Lo scopo dei sali del sangue è duplice: mantenere le caratteristiche fisico-chimiche più adatte alla vita e costituire il mezzo tramite il quale i sali contenuti negli alimenti, una volta assorbiti ed entrati in esso, vengono distribuiti alle cellule che ne abbisognano. Quindi di sali negli organismi animali c'è gran varietà e così è nelle piante e nell'acqua, dalle quali naturalmente gli animali li traggono mangiando e bevendo. Invece, se si tratta di sali inorganici con l'esclusione di bicarbonati e carbonati restano sia i metalli che i componenti acidi. Perciò, in effetti, nei comuni alimenti, di sali ce ne sono più di quanto le "ceneri" ci dicano, ma ciò non toglie niente al valore e al significato di esse, perché gli acidi organici che volatilizzano, la pianta se li sintetizza da sé dopo la funzione clorofilliana, mentre gli altri elementi sodio, potassio, calcio, fosforo, doro, ecc., ecc. Deve prenderli con le radici dal terreno, naturalmente disciolti nell'acqua. Quando l'animale mangia un alimento vegetale, utilizza praticamente tutti i sali che contiene, siano essi organici o inorganici, esclusi gli ossalati sali dell'acido ossalico che, del resto, si trovano solo nelle parti verdi di poche specie; ma sembra che i bovini utilizzino anche questi, tramite la flora intestinale. Comunque la cosa non riguarda i canarini. Il meccanismo di queste utilizzazioni, ovviamente, è complesso, per una questione di "equilibri" il più noto è il rapporto calcio fosforo, di "ioni", di "trasporto attivo", ecc., ma dico solo che di questi sali, che sono tanti, alcuni sono utilizzabili totalmente, altri solo in una percentuale variabile da una specie animale ad un'altra: ma, considerata l'elevata quantità che c'è negli alimenti vegetali in genere, il fabbisogno giornaliero è più che assicurato, salvo condizioni anomale di vita. Naturalmente ogni precisazione in questo campo richiederebbe il dato sperimentale che per il canarino non esiste, ma, facendo riferimento ai vari animali studiati, mammiferi e uccelli, i tantissimi esperimenti fatti ormai da tempo hanno messo in chiara evidenza che solo in particolari cattive condizioni di stabulaggio e alimentazione, possono manifestarsi negli animali in crescita stati di sofferenza dovuti a carenza prolungata di uno o più elementi minerali, sopratutto fra i macroelementi specialmente calcio e fosforo, stati che regrediscono appena tali condizioni vengono rimosse, poiché, quando l'ambiente e l'alimentazione sono normali cioè secondo Natura, qualunque animale ha a sua disposizione tutti i sali di cui abbisogna. Tantomeno, ovviamente, ciò riguarda gli animali adulti, le cui ossa, e tutto il resto, si sono ormai formate e consolidate; è chiaro che per le ovaiole e le vacche in lattazione il discorso può essere diverso. Allora, com'è che anche per i canarini adulti tranquillamente svernanti si insiste tanto da più parti nel raccomandare le varie "integrazioni minerali", quasiché, in loro assenza, l'animale andasse incontro a rischi di ogni genere? Il fatto è che nell'allevamento di un animale da reddito questi vari anni di "tranquilla vita normale, puramente vegetante", non esistono e negli studi di alimentazione e mangimistica non vengono praticamente neppure presi in considerazione, perché il "reddito" vuole che l'animale aumenti di peso il più rapidamente possibile per essere macellato appena ha raggiunto il peso ideale (vien fatto di pensare al "peso-forma" di altre circostanze) per fornire il massimo di carne con la minima spesa per farglielo raggiungere, oppure perché lo stesso "reddito" vuole che appena la bovina non è più in grado di fornire latte in quantità rimunerativa rispetto alle spese di alimentazione e stabulaggio, venga ugualmente macellata. Esattamente la stessa cosa è per i suini che vengono letteralmente "ingozzati" di "alimenti tecnologici" fino al momento che hanno raggiunto il loro accrescimento massimamente rimunerativo, dopodiché diventano "insaccati" e tutto il resto. La scrofa viene mantenuta in vita per pochi anni e, cioè, finché produce il massimo dei lattonzoli senza complicazioni, poi anch'essa viene "insaccata"... senza nessun rispetto se fino a quel momento è stata bravissima... Come il sentimentalismo è nemico della selezione, così lo è in pari misura del reddito. Ed ancora esattamente lo stesso è per i volatili da reddito, dal mastodontico e linfatico tacchino fino alla graziosa quaglia giapponese. Intendiamoci, concettualmente anche in passato era lo stesso, anche se allora era il contadino, anziché il grosso allevamento multinazionale, ad agire in questo modo, ma la maniera era più "naturale", assai meno forzata, perché più diluita nel tempo e meno "appariscente"; però anche meno redditizia. Ma allora la manodopera costava assai poco e la concorrenza era minore, i mangimi si producevano "in loco", ecc. Tuttociò spiega perché oggi l'alimentazione del bestiame non può indulgere ad alcuna forma di "deviazione" e deve per forza essere "tecnologica"; per cui, dati i tempi minimi da impiegare in ogni forma di allevamento, deve giovarsi di tutti i "sussidi", "addittivi", "integratori", ecc., adatti allo scopo, compreso il "gonfiaggio" con ormoni e cose del genere, per le quali si dice che l'Italia sia meno permissiva e più attenta di vari altri Paesi e ciò ci conforta non poco. Orbene, come poteva l'industria che si occupa dei canarini e "assimilati" non scorgere in queste complesse tecnologie dell'allevamento moderno la possibilità di utilizzarle per un giusto guadagno? Dico "giusto", perché, fino a prova contraria e "innaturale", un'impresa che vuole affermarsi ed espandersi deve cercare, oltre al resto, nuove forme di introiti, studiando la disponibilità del mercato (marketing), la più adatta programmazione e tutto quanto un istruttivo e dotto articolo comparso sul n. 8/9 del 1992 ci ha insegnato su un analogo argomento, quello dei farmaci. Purtroppo, però, non si è considerato, o non si è voluto considerare che l'allevamento del Canarino ha ben poco da spartire con quello forzato moderno degli animali da reddito, sia per la enorme differenza di mole (ne riparleremo ampiamente), sia perché in tutti i mesi invernali i nostri uccellini devono solo "vivere" aspettando il momento, la primavera, per cominciare ad essere "rimunerativi" procreando prole atta a soddisfare l'interesse amatoriale, od anche l'interesse pecuniario, com'è per certe razze che raggiungono prezzi da capogiro. In fin dei conti l'allevamento del canarino assomiglia a quello del cavallo da corsa che ripaga l'alimentazione e le cure di un anno con le vincite alle gare cui partecipa. Almeno così spera il proprietario.