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Come bisogna procedere per ibridare?

Vari Ibridi.

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Agnese19
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Come bisogna procedere per ibridare?

Messaggio da Agnese19 »

Mi spiegate come bisogna procedere per ibridare?


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Organetto
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Re: Come bisogna procedere per ibridare?

Messaggio da Organetto »

Queste regole si prestano soprattutto agli incardellati, ovvero l'ibrido tra cardellini e canarini, ma possiamo considerarle di base dato che la maggior parte degli ibridi si effettua con un partner canarino, ovviamente avendo cura di rapportare la tipologia di allevamento della specie che si mette in coppia. Vi ricordo inoltre che gli incroci tra fringillidi sono vari e possiamo effettuare accoppiate sia tra indigeni che esotici, malgrado non tutte siano di facile realizzazione.
Con il canarino possiamo accoppiare:
indigeni come il: Cardellino; Verzellino; Verdone; Fanello; Lucherino; Organetto; Ciuffolotto; Trombettiere; Crociere; Venturone;
esotici come: Cardinalino del Venezuela; Negrito della Bolivia; Lucherino Testa Nera; Lucherino Petto Nero; Lucherino Ventre Giallo; Lucherini Sudamerincani; Carpodaco Messicano; Verdone di Cina; Verdone Testa Nera; Verdone dell'Himalaya; Canarino del Moziambico; Canarino Solforato; altri Serinus africani;
Fondamentali di Ibridazione:
La scelta dei soggetti
L'Alloggiamento
L'Alimentazione
Il corteggiamento e l'estro
La cova
L'Ibrido è l'incrocio tra due specie affine, in questo articolo vedremo nello specifico le regole base per una buona Ibridazione visto che non basta mettere insieme due specie affinché avvenga la riproduzione, analizzando nello specifico l'ibrido più comune e più relativamente facile da realizzare cioè quello tra Cardellino e Canarina, il cosiddetto Incardellato.
Proprio per una maggiore probabilità di riuscita si usa una cardellino maschio e una canarina femmina e non il contrario.

. La scelta dei soggetti
La prima regola è scegliere la coppia a fine muta e ovviamente assicurarsi che siano in perfetta salute. E' consigliabile scegliere un maschio che abbia più di un anno di età e che abbia già dimostrato di essere un buon riproduttore. Mentre per la femmina non ci sono particolari attenzioni, alcuni allevatori sostengono che meglio sarebbe una novella che non ha già svolto cove in precedenza, questo perché al contrario sarebbe difficile farle accettare un maschio di specie diversa, tuttavia altri sono in completo disaccordo, notando che non è impossibile ed è anzi preferibile una femmina con una precedente esperienza che risulta più valida. L'unica attenzione che si dovrebbe prestare, benché la scelta può essere basata su gusti personali, è quella di scegliere femmine a fattore giallo per una migliore pulizia dei geni del cardellino. (Femmine a fattore rosso sono preferibili per le specie a fattore rosso come il fanello ecc ecc)

. L'Alloggiamento
E' importante fornire una sistemazione molto spaziosa, minimo 90 cm, ma prima della convivenza vera e propria della coppia è bene che il maschio impari a socializzare con la nuova specie come è importante che la femmina non sia talmente abituata alla sua presenza da non esserne più stimolata a livello riproduttivo, quindi i due soggetti non vanno messi subito insieme.
Se ne abbiamo la possibilità possiamo inserire con il cardellino un canarino maschio, si verificheranno litigi che però saranno di aiuto per la socializzazione. Tra dicembre e gennaio si può inserire con la femmina, controllando che non ci siano litigi, nel caso sarà bene per i primi tempi inserire un separé (o divisorio che dir si voglia).
Se non si dispone di canarini maschi si possono mettere cardellino e canarina in due gabbie separate, che possono essere posizionate vicine, o una sull'altra. In alternativa si possono mettere direttamente insieme se si ha una gabbia abbastanza spaziosa in cui si può inserire un separé.
Dopo qualche tempo si può iniziare a togliere il separé, preferibilmente all'inizio per poco tempo e poi definitivamente. Per evitare litigi che rovinerebbero l'affiatamento della coppia e bene mettere doppi accessori, quindi due beverini, due mangiatoie e così via.

. L'Alimentazione
L'alimentazione durante il periodo pre-riproduttivo è molto importante e bisogna prestare la massima attenzione. Si andrà ad aumentare l'apporto di cibi ad alto contenuto proteico, come il pastoncino all'uovo, e si può fare un ciclo di vitamina E che va a favorire l'estro di ciascun riproduttore, meglio sarebbe in maniera naturale con la somministrazione frequente di verdure e erbe prative a foglie verdi che appunto hanno un alto contenuto di vitamina E.

. Il corteggiamento e l'estro
Aumentare l'apporto proteico è importante per l'estro che nei cardellini avverrebbe più tardi che nei canarini e possiamo notarlo dal segno di matita sul becco che man mano scompare, anche se in alcuni cardellini non del tutto.
Con l'arrivo della primavera i due soggetti, se in precedenza non sono stati fatti errori, cominceranno ad interessarsi l'un l'altro sempre di più. Il maschio canta e offre cibo alla femmina ma bisogna comunque tenere sotto controllo la situazione nel caso il corteggiamento diventi troppo aggressivo, inseguendo la femmina o addirittura spiumandola, dando vita a dei litigi, in quel caso è bene intervenire subito rimettendo il separé e aspettando che la femmina prenda interesse nel nido e nella sua preparazione.
Un trucco per stimolare la femmina è quello di farle ascoltare il canto di un canarino maschio, ma senza che lo veda.
Iniziata la costruzione del nido, che per favorire la coppia meglio sarebbe se posizionato internamente, si potrà reinserire il maschio fino alla deposizione, dopo la quale è consigliabile dividerlo nuovamente con il separé.

. La cova
E' bene tenere separato il maschio per tutta la cova e per i primi giorni di nascita dei pulli, questo per prevenire incidenti fatali, dopo di che si può rimetterlo insieme e lasciarlo se aiuta la femmina nell'imbecco.
Non è consigliabile far fare alla coppia più di due cove in una stagione, ovviamente ci si riferisce a quelle portate a termine con successo, se si ha cura di fare la speratura si possono fare fino a 4/5 tentativi di cova.
Se nessun tentativo è andato a buon fine è consigliato per la prossima stagione cambiare canarina in quanto alcune risultano poco propense ad accettare l'altra specie e quindi poche adatte all'ibridazione.

Come dice la parola stessa Ibrido vuol dire incrocio tra due specie affini.

Gli ibridi più allevati e più presenti alle mostre sono gli ibridi ottenuti con la canarina. Questo tipo di ibrido viene comunemente denominato Incardellato. Si può ricorrere sia a canarine lipocromiche, che origineranno ibridi pezzati, sia a canarine melaniniche che daranno vita ad ibridi nero-bruno.
Le canarine migliori sono ovviamente le nero, ma anche le bruno, le agata e le isabella danno buoni risultati. Importante è che abbiano un buon disegno, siano ben ossidate e poco cariche di feomelanina. La scelta della varietà è fondamentale per il cromatismo dell'ibrido.
Vanno impiegate canarine a fattore rosso per tutte le specie a fattore rosso (carpodaco messicano, cardinalino, fanello etc.) mentre quelle a fattore giallo sono indicate per le specie a fattore giallo (cardellino, lucherino testanera, canarino del Mozambico, verzellino etc.).
Le canarine a fattore bianco dominante trasmetteranno tale mutazione a metà della discendenza per cui avremo il 50% degli ibridi ardesia.
Ibridi ardesia molto belli sono quelli ottenuti con i lucherini sudamericani (testanera, pettonero, negrito etc.), i verdoni europei ed asiatici ed i serinus africani (canarino del Mozambico, cantore d'Africa, ventregiallo, etc.).
Bisognerà utilizzare femmine intense per tutti quei soggetti che presentano pigmentazioni lipocromiche diffuse su tutto il corpo, per esempio il cardinalino, i serinus africani, il lucherino, i lucherini sudamericani, il verdone etc.
Ricorreremo invece a canarine mosaico per le specie che presentano zone di elezione lipocromiche circoscritte, come il cardellino, il fanello, l'organetto, il carpodaco messicano etc.
Per quanto riguarda il piumaggio, poiché tutte le specie in natura hanno un piumaggio simil-brinato, vanno scelte femmine a piumaggio stretto, molto sature di lipocromo, sia per la categoria mosaico che intenso, facendo però attenzione, nelle intense, a non scegliere soggetti troppo esili e dalla struttura esigua.
Per chi fosse poco pratico di ibridazione e volesse cominciare con accoppiamenti abbastanza facili, consiglierei di tentare con specie come carpodaco messicano, verzellino, cardinalino, lucherino testanera, fanello e cardellino. Accoppiamenti che garantiscono poche possibilità di riuscita sono invece quelli con l'organetto, il crociere, il verdone dell'Hymalaia, mentre quelli col fringuello, il ciuffolotto ed il frosone sono da considerarsi delle imprese da temerari.

Un altro tipo di ibridazione è quello tra fringillidi che sono però accoppiamenti più impegnativi.
La notevole difficoltà di realizzazione, unitamente alla possibilità di creare un ibrido inedito, sono gli stimoli che muovono l'allevatore ad allestire coppie inusuali. Le combinazioni ibride sono infatti tantissime ed ancora parzialmente inesplorate.
Accanto ad ibridi classici, come per esempio cardellino x ciuffolotto o cardinalino x cardellino, stiamo vedendo, negli ultimi anni, ibridi impensabili fino a qualche tempo fa, come cardellino x fringuello o cardinalino x crociere, solo per citarne un paio.
Per chi volesse tentare per la prima volta un'ibridazione tra fringillidi di seguito alcune informazioni di base, trattando i soggetti per singoli generi o per specie.

CIUFFOLOTTO
In ibridazione è usata quasi esclusivamente la femmina, in quanto il maschio presenta difficoltà di accoppiamento, etologiche e genetiche, quasi insormontabili. La ciuffolotta accetta in genere facilmente qualsiasi maschio le venga accoppiato, unica difficoltà la bassa percentuale di uova feconde a causa di una scarsa affinità genetica con gli altri fringillidi. In genere tutti gli ibridi ottenuti con la ciuffolotta si confermano dei campioni.

CARDELLINO
Vengono usati in ibridazione sia il maschio, ottimo gallatore, che la femmina. In quest'ultimo caso, ci si premuri di formare le coppie per tempo per favorire un forte affiatamento, condizione pressoché indispensabile per ottenere buoni risultati. Il caratteristico disegno viene trasmesso immancabilmente all'ibrido, qualunque sia la specie a cui si accoppi ed in qualunque direzione di accoppiamento.

CARPODACO MESSICANO
Il maschio ci garantirà il 100% di uova piene, ma richiede un monitoraggio costante da parte dell'allevatore in quanto si lascia andare a frequenti slanci di aggressività nei confronti della femmina, che non infrequentemente ci "lascia le penne", se l'allevatore non interviene prontamente. La femmina, essendo dotata di un carattere forte come il maschio, avrà grandi capacità di dissuasione nel caso non le piaccia il maschio accoppiatole, cosa che si verifica non raramente. Nel caso ci dia solo uova bianche, resta comunque un'ottima balia.

FANELLO
I fanelli sono molto versatili in ibridazione, sia il maschio che è un mite, ma assiduo corteggiatore, sia la femmina che di solito è ben disposta nei confronti dei maschi di altra specie. Danno ibridi di pregio con tutte le specie a cui vengono accoppiati.

LUCHERINI SUDAMERICANI
(cardinalino, lucherino testanera, negrito etc.). I maschi, focosi ed irremovibili nel loro intento, riescono nella maggior parte dei casi a darci numerosi ed ottimi ibridi, trasmettendo alla progenie disegni netti e colori sgargianti. Le femmine si dimostrano spesso eccessivamente nervose nei confronti di maschi di altra specie.

CANARINI AFRICANI
(canarino del Mozambico, cantore d'Africa etc.). I maschi sono corteggiatori instancabili ed ottimi gallatori, le femmine invece difficilmente accettano un maschio di altra specie. La principale difficoltà in questa ibridazione sta nel differente periodo di estro della maggior parte di questi canarini rispetto agli altri fringillidi dell'emisfero boreale.

VERZELLINO
Un vero "jolly" il maschio, in grado di corteggiare assiduamente le femmine di ogni specie. La femmina purtroppo è scarsamente utilizzata in ibridazione a causa della sua delicatezza che raramente le consente di arrivare alla deposizione in buone condizioni di salute.

CROCIERE
E' più ibridata la femmina del maschio, in quanto quest'ultimo non sempre si interessa alle femmine di altra specie. Per far deporre la crociera sono indispensabili contenitori molto spaziosi. I crocieri tendono ad andare in estro ai primi di marzo per cui vanno accoppiati a specie particolarmente precoci. Gli ibridi di crociere, qualunque sia l'altra specie parentale, risultano immancabilmente dei fuoriclasse.

VERDONE
I maschi di verdone, sia europei che asiatici, sono dotati di un forte carattere, grazie al quale riescono ad imporsi anche a femmine molto aggressive come le fringuelle e le messicane. Le femmine sono abbastanza docili verso i maschi di altra specie. Gli ibridi di verdone sono molto particolari in virtù della forma inconfondibile che ereditano.

ORGANETTO
Molto docile, adattabile e robusto, l'organetto è molto usato in ibridazione. Entrambi i sessi si ibridano senza problemi con tutte le specie di fringillidi eccezion fatta per il canarino, nei cui confronti c'è una scarsissima affinità genetica.

FRINGUELLO
Viene usata in ibridazione esclusivamente la femmina, in quanto il maschio è geneticamente incompatibile con tutti gli altri fringillidi. Accoppiamento fattibile è quello con i verdoni, europei ed asiatici, mentre per ottenere ibridi con le altre specie serve una buona dose di fortuna.
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Agnese19
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Re: Come bisogna procedere per ibridare?

Messaggio da Agnese19 »

Cosa intendi per canarino lipocromiche?
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Organetto
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Re: Come bisogna procedere per ibridare?

Messaggio da Organetto »

I canarini di colore sono una razza di canarini che comprende quasi 400 varietà di colore diverso. Si tratta di canarini domestici, ottenuti in seguito a lunghe e accurate selezioni effettuate da allevatori molto spesso amatoriali, ma a differenza dei canarini da canto e di forma e posizione, la selezione è basata solo sui colori.
Una differenziazione della categoria 'colore' è tra i cosiddetti "lipocromici", il cui piumaggio è a fondo chiaro, e "melaninici", che presentano invece un colore di fondo scuro. Per colore di fondo si intende il colore della piuma in prossimità della radice, che può differire notevolmente da quello evidenziato nella parte estrema, in superficie.
Ogni canarino di colore si distingue ulteriormente per tipo, varietà e categoria.
Per esaltare il colore, soprattutto nei canarini a fattore rosso, si ricorre anche all'impiego di coloranti addizionati nell'alimentazione poco prima e durante la muta. L'uso di questi additivi, come il betacarotene, è contrastato a causa degli effetti lievemente tossici che possono causare all'animale, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all'ingestione del colorante. La prima suddivisione di questi Canarini è basata sulla presenza o assenza dei pigmenti scuri (eumelanine e feomelanine).
L’assenza totale delle melanine (può fare eccezione il colore degli occhi) dà luogo al gruppo dei Lipocromici. La loro presenza dà luogo al gruppo dei Melaninici.

I Canarini lipocromici derivano da una mutazione che ha impedito al gene ancestrale, preposto alla formazione delle melanine, di funzionare; pertanto la livrea (fenotipo) presenta solo i lipocromi (o colore), o appare bianca se vi è anche la loro assenza.
I lipocromi costituiscono i colori di fondo e sono composti da sostanze gialle o rosse, solubili nei grassi (lipidi): da ciò il nome (croma = colore)
I Lipocromici comprendono le seguenti Varietà : Giallo
Il “giallo” è il colore naturale del Canarino selvatico; deve mostrarsi nella sua massima espressione di purezza ed intensità, uniformemente distribuito su tutto il piumaggio. Il giallo si esprime quantitativamente diversificato, a causa di fattori (quantitativi), in diverse tonalità: in linea di massima si distinguono: giallo, colore naturale del canarino dalla calda tonalità; giallo limone, dovuto alla struttura delle penne e all’effetto rifrangente per il blu; giallo dorato, di tonalità molto calda, tipico colore dell’oro; giallo arancio, tonalità tipica dell’interferenza dei due colori di base: il giallo ed il rosso.
Queste due ultime tonalità sono decisamente da eliminare da un allevamento, perché fortemente penalizzabili.
Dei primi due colori è da preferire la tonalità giallo-limone. E’ da tenere presente che l’ambiente circostante influisce non poco sulla percezione del colore. Infatti, se si osserva un canarino giallo su uno sfondo blu o verde, la percezione del colore tende ad essere giallo-limone; diverso appare, invece, lo stesso canarino se lo si osserva su uno sfondo rosato o mattone, dove il giallo tende a mostrarsi di una tonalità dorata e dai riflessi spenti.
Rosso
Come già detto, il colore di fondo originale del Canarino è soltanto il “giallo”; invece il “rosso” è un colore acquisito attraverso l’ibridazione con il Cardinalino del Venezuela; più esattamente dovremmo affermare che è stata trasmessa al Canarino la possibilità di trasformare i caroteni in “rosso”, e di estrinsecare al meglio il colore attraverso la somministrazione negli alimenti di coloranti sintetici durante la muta.
I coloranti di più largo uso sono:
il betacarotene, il carofil rosso e la cantaxantina.
Così come il “giallo” anche il “Canarino rosso” deve mostrare:
purezza del colore, senza tendere all’arancio o al violaceo.
uniformità, cioè distribuzione del colore su tutto il mantello in modo uniforme, senza chiazze mal colorate per muta ancora in corso o per diverse quantità e qualità di colore; brillantezza.
Bisogna prestare attenzione alle timoniere e alle remiganti, che non siano di diverso colore: alcune bianche, altre rosse perché cadute e accidentalmente coloratesi per effetto del colorante somministrato durante la muta.
Ogni allevatore deve decidere se colorare dalla nascita, evitando l’increscioso problema della doppia colorazione delle timoniere e delle remiganti, oppure iniziare la colorazione a 35/40 giorni e permettere che rimangano chiare; da tenere presente che i canarini a timoniere e remiganti bianche, in Italia, a parità di punteggio, sono da preferirsi a quelle con le medesime colorate.
Naturalmente la colorazione dalla nascita è possibile solo per le categorie “brinato” ed “intenso”, ma non per i “mosaico” dai quali si pretende che siano chiare, altrimenti incorrono in forti penalizzazioni.
Il lipocromo “rosso” dunque è un colore indotto e la sua espressione fenotipica è dovuta sia alla proprietà di sintesi e di fissaggio dei carotenoidi rossi, ricevuta dal cardinalino del Venezuela, sia dalla proprietà genetica intrinseca del canarino di elaborare i lipocromi.
Avorio
La mutazione avorio, recessiva e legata al sesso, è apparsa in Germania nel 1950 in un ceppo di canarini a fattore rosso; quando in seguito fu trasferita sui canarini a fattore giallo, l’effetto fu proprio quello di far apparire il giallo a tonalità avorio, e assunse pertanto un effetto di colore tenue; l’avorio oltre ad agire sui lipocromi, riducendoli notevolmente, produce una modifica strutturale delle piume.
Di solito si parla di diluizione lipocromica, ma da studi effettuati all’estero il carattere avorio appare come fattore strutturale: sono pigmentati gli strati più profondi della penna che sembra anche più cheratinizzata.
Si dice canarino “Giallo avorio” quando questa mutazione agisce sul fattore giallo, mentre si dice “Rosso avorio” (ex Avorio rosa) quando agisce sul fattore rosso.
Bianco dominante
Tali canarini sono apparsi per la prima volta in Germania nel 1677.
Questo fattore inibisce quasi totalmente la formazione dei lipocromi; il mantello appare bianco con leggere soffusioni lipocromiche sul vessillo esterno delle remiganti.
I canarini “Bianco dominante”, oltre a giallo possono essere ad ereditarietà rosso: questi ultimi sono rari poiché le loro soffusioni alari risultano molto più evidenti di quelle dei soggetti ad ereditarietà giallo, perciò non sono allevati, o meglio non conviene allevarli, dal momento che alle mostre sono più penalizzati.
Il “Bianco dominante” ad ereditarietà avorio, invece, per effetto della riduzione del lipocromo è da considerarsi nei concorsi come “Bianco recessivo”.
Il “Bianco dominante” per essere considerato ottimo deve essere di un bianco brillante, non spento o grigiastro e presentare leggere soffusioni lipocromiche sul bordo esterno del vessillo delle remiganti.
Bianco recessivo
Tale mutazione è apparsa in Inghilterra nel 1759; dà un colore puro, senza alcuna traccia di lipocromo su tutto il mantello.
Poichè la mutazione inibisce completamente la formazione dei lipocromi, la pelle di questi canarini è violacea.
Sono tre le categorie in base alla piuma:

Intenso: a piuma corta e colorazione uniforme in tutto il corpo;
Brinato: a piuma media e colorazione parziale, con un effetto 'a spolvero' di brinatura sul mantello;
Mosaico: a piuma media, con colorazione più intensa sulla maschera facciale, codione, petto e spalline.

Prima di passare alla descrizione dei canarini melaninici si darà un breve cenno sulle melanine.

Le melanine, pigmenti di natura chimica molto complessa, sono responsabili del disegno della livrea, del colore delle unghie e del becco, nonché dell’occhio e si differenziano in:

- eumelanine di colore nero o marrone scuro, collocate lungo la rachide e nella parte più vaporosa delle penne e del sottopiuma. Si trovano anche nel becco, nelle zampe, nella pelle e negli occhi

- feomelanine di colore marrone tendente al rossiccio, collocate alla periferia della penna.

Le prime si presentano al microscopio elettronico come “granuli bastoncellari”, mentre le seconde sono di forma sferica.

I canarini melaninici, comprendono tutti quei canarini il cui mantello è interessato dalla presenza di pigmento melaninico, formato da un disegno diversificato sia qualitativamente che quantitativamente.
Il pigmento melaninico è formato dalla feomelanina di colore bruno, che fa da contorno ad un disegno centrale più scuro, lungo la rachide, costituito da eumelanina sia nera che bruna.
La diversificazione del disegno del mantello è dovuta alle diverse mutazioni, susseguitesi nel tempo, che hanno interessato sia le eumelanine che le feomelanine, determinando la suddivisione di questi canarini in distinti “Tipi” di appartenenza. A partire dal canarino ancestrale di Tipo “nero”, si sono verificate varie mutazioni che suddividono i canarini melaninici nei seguenti Tipi. - Tipi base
Nero
Questo Tipo di canarino è il più prossimo a quello ancestrale, ma dalla selezione operata in tanti anni, sono comparsi tanti cambiamenti che resta difficile ritenerli appartenenti ad un’unica specie.
I canarini di Tipo “nero” devono esprimere al massimo la cosiddetta ossidazione (tendenza alla massima intensità, fino al nero) delle melanine, le quali sono presenti oltre che sul piumaggio anche sul becco, sulle zampe e sulle unghie.
Il disegno lungo la rachide, formato da eumelanina nera e tracce di eumelanina bruna, deve essere netto e simmetrico.
Le striature rappresentano il disegno della testa, del dorso, dei fianchi e del petto; esse devono essere lunghe e larghe, senza alcuna interruzione e, partendo dalla fronte, devono estendersi per tutto il dorso interessando i fianchi e nelle femmine anche il petto;
Le vergature riguardano il disegno delle penne medie (copritrici) e devono apparire come delle grosse virgole;
Le marcature interessano la parte centrale della penna lungo la rachide delle remiganti (ali) e delle timoniere (coda), oltre che delle grandi copritrici;
I mustacchi sono i marchi particolari di tutti i “Serinus “; essi configurano i segni ai lati delle mandibole e appaiono in modo molto evidente e più marcato nei maschi che non nelle femmine.
I migliori soggetti sono quelli che presentano le striature, le vergature e le marcature fortemente interessate dalla eumelanina nera che si evidenziano nettamente su un mantello con assenza di bruno; per questo il lipocromo di base, pur apparendo più cupo, evidenzia tutta la sua purezza e luminosità. orlature sul piumaggio, in special modo sulla testa e sul dorso (difetto da penalizzare con la squalifica del soggetto). Le orlature, che privano l’apice delle penne di melanina, possono essere più o meno evidenti, ed in ogni caso non devono essere confuse con le brinature.
A differenza delle brinature nelle quali il colore (Varietà) non arriva all’apice, le orlature sono una depigmentazione melaninica più o meno evidente dell’apice delle penne stesse.
Bruno
Il canarino “bruno” è derivato da una mutazione recessiva legata al sesso del canarino nero, con il solo effetto che la eumelanina nera è stata modificata, ad opera della mutazione apparsa verso la fine del XVII secolo, in eumelanina bruna.
La caratteristica principale dei canarini “bruno” è la grande quantità di melanina bruna presente sul mantello. Il disegno eumelaninico deve essere simile a quello del canarino nero con la variante che, anziché essere nero, sarà di colore bruno ossidato (tonalità di bruno fortemente intensa).
Le striature devono essere nette, simmetriche, lunghe e larghe; partendo dalla testa devono interessare il dorso e raggiungere le grandi copritrici.
.I fianchi devono essere larghi e simmetrici, ben marcati e senza interruzione e presentare la stessa ossidazione della testa e del dorso
.Le zampe devono essere brunite
.Le parti cornee (becco e unghie) devono essere alquanto brunite
In questi canarini la forte presenza di melanina bruna crea nell’ambito delle diverse Varietà e Categorie una diversificazione fenotipica molto evidente. Nei canarini Bruno bianco dominante o recessivo, la melanina, per la mancanza del lipocromo, si evidenzia ancor di più apparendo più scura rispetto alla Varietà gialla e a quella rossa.
Agata (1° fattore)
L’Agata è una mutazione recessiva legata al sesso apparsa come la bruna nel XVII secolo.
Questa mutazione ha ridotto sia la feo sia la eumelanina, provocando una riduzione quantitativa del disegno eumelaninico centrale, rendendolo così sottile e spezzato.
Nei canarini Agata si riduce l’eumelanina nera e nei soggetti più tipici si arriva fino alla quasi totale inibizione della melanina bruna.
I canarini Agata devono mostrare nettamente il nero e contemporaneamente la più assoluta assenza di feomelanina bruna; per tale effetto, il lipocromo, nei brinati e negli intensi, si esprime brillantemente ed il disegno eumelaninico appare in modo molto marcato e netto di tipo spezzettato (a chicchi d’avena)
Negli Agata a Varietà bianco e negli Agata mosaico, il disegno si esprime su un fondo argentato, privo di feomelanina.
Caratteri tipici
.Le timoniere e le remiganti devono essere contornate da un’ampia bordatura grigio perla;
.Le striature spezzettate, sottili e simmetriche devono interessare la testa, il dorso e i fianchi
.Le sopracciglia prive di melanina devono lasciar apparire nettamente il lipocromo di base
.I mustacchi molto marcati e neri, devono apparire in modo evidente specialmente nei maschi.
Zampe, becco e unghie devono essere decisamente di colore carnicino
Isabella
Il canarino isabella non è derivato da una mutazione ma dall’interazione (sovrapposizione) delle mutazioni “bruno” e “agata” avvenuta grazie al crossing-over e per questo si definisce spesso l’Isabella come Bruno diluito.
Nell’Isabella la eumelanina è modificata (come nel Bruno) da nera in bruna e nel contempo vi è la stessa riduzione presente nell’Agata. L’Isabella ha quindi, come il Bruno, disegno eumelaninico bruno contornato di feomelanina. La eumelanina bruna rimane colore testa di moro, di tonalità poco inferiore al Tipo bruno, e la feo di contorno assume, nei soggetti migliori, una tonalità caffelatte; l’insieme produce un effetto isabella.
Sulle melanine agisce la riduzione propria dell’Agata che conferisce lo stesso disegno a chicco d’avena sottile e spezzato con “mandorle” sulle remiganti .
L’indirizzo selettivo di questi canarini deve essere rivolto verso quei soggetti che mostrano un mantello interessato da una scarsissima presenza di feomelanina bruna sulla quale si evidenza un disegno molto tenue, formato da striature sottili e corte, identiche a quelle dei canarini agata ma di colore bruno chiaro.
Caratteri tipici:
.striature formate da eumelanina bruna ridotta, sottili e spezzate (a forma di chicchi di avena), che partendo dalla testa si .estendono lungo il dorso interessando i fianchi, i quali devono essere della tonalità del disegno del dorso
.occhi tendenti al rosso, evidente se intravisti contoluce
.becco, zampe ed unghie di colore carnicino


- Tipi aggiunti
Pastello (2° fattore)
Il Pastello è prodotto da una mutazione recessiva legata al sesso, apparsa nei Paesi Bassi nel 1957; riduce, in termini quantitativi e qualitativi, sia l’eumelanina che la feomelanina. E’ chiamata “2° fattore di riduzione” ed è presente in tutti e quattro i Tipi base.
NERO PASTELLO:
Opale (3° fattore)
La mutazione opale ( recessiva) è apparsa in Germania sin dal 1949, ma studiata a partire dal 1960; essa riduce fortemente la feomelanina ed inoltre modifica la collocazione dell’eumelanina su tutto il piumaggio, determinando un particolare effetto azzurrino. Questa mutazione, oltre che a ridurre fortemente la feomelanina, riduce l’eumelanina sia nera che bruna, oltre a modificarle invertendo la loro collocazione sulle penne e cioè localizzandosi nelle parti inferiore (lato interno) invece che in quelle abituali superiori; per tale motivo, i canarini interessati da questa mutazione, evidenziano un palese riflesso azzurro.
NERO OPALE
Caratteri tipici
.striature formanti il disegno del dorso, dei fianchi e della testa, si presentano come nei normali non opale, lunghe, larghe e simmetriche con una tonalità grigio azzurro, che si estendono lungo la rachide, su un fondo quasi privo di feomelanina bruna.
.marcature delle remiganti e delle timoniere, se in possesso di un’alta concentrazione di eumelanina nera manifestano un inconfondibile effetto azzurro.
.le zampe non sono minimamente intaccate dal fattore opale e pertanto devono presentarsi, come nei normali, più ossidate possibile
BRUNO OPALE
Caratteri tipici
.disegno lungo, velato e patinato con evidenti riflessi grigio azzurrino
.striature che interessano la testa, il dorso ed i fianchi e si estendono simmetricamente sul mantello interessato da una leggerissima patina di feomelanina bruna
.marcature per la forte concentrazione dell’eumelanina bruna mostrano in modo ottimale l’effetto azzurrino
.zampe, becco ed unghie di tonalità brunastra come nel Tipo Bruno di base
AGATA OPALE
Caratteri tipici
.striature devono avere la stessa caratteristica e la stessa forma a chicco di avena ma più piccola dei Tipi Agata normale, con la variante che la tonalità del colore è di un bel grigio azzurrino anziché nera; le striature si devono estendere su di un mantello privo di tracce di feomelanina
.marcature grigio azzurrino ampiamente interessate da una bordatura grigio-perla
ISABELLA OPALE
Caratteri tipici
.Dorso non deve presentare tracce di disegno, né tantomeno il mantello deve essere interessato dalla presenza di feomelanina
Pheo o Ino (4° fattore)
Questa mutazione (recessiva) è apparsa in Belgio nel 1964; il canarino Pheo (ex Rubino) è il risultato di una mutazione il cui effetto consiste nella inibizione della eumelanina nera compresa quella del becco, delle zampe, delle unghie ed anche degli occhi, permettendo con ciò alla feomelanina di esprimersi al massimo lungo i bordi delle penne caratterizzando nei canarini ossidati Nero o Bruno, un tipico disegno ad orlature privo di eumelanina nella parte centrale di esse dove normalmente si localizza il disegno eumelaninico.
La mutazione Pheo agisce su tutti e quattro i Tipi di base ma l’effetto esteriore è diverso negli ossidati Nero e Bruno avendo essi disegno eumelaninico e feomelanina, perciò la mutazione pheo fa apparire identici il dorso dei canarini Nero e Bruno aventi lo stesso disegno feomelaninico.
Nei canarini diluiti Agata ed Isabella il fattore Pheo, inibendo le eumelanine, fa apparire il loro mantello privo di qualsiasi traccia di melanina ad eccezione della punta delle timoniere e delle remiganti, dove rimane in forma di una leggerissima sfumatura tendente al crema gessoso; gli occhi sono di colore rosso.
I canarini Pheo sono differenziati in due categorie distinte:
.Agata ed Isabella nel gruppo Melaninici ad occhi rossi
.Nero e Bruno nel gruppo Pheo
Al gruppo Pheo, come abbiamo visto precedentemente, appartengono i canarini di Tipo Nero e di Tipo Bruno che hanno un fenotipo quasi identico differenziandosi solo in piccoli particolari: melanina centrale e sottopiuma colore grigio antracite nel Nero e colore caffelatte nel Bruno.
Caratteri tipici
.disegno a scaglie dovuto al fatto che la feomelanina, localizzata lungo il bordo delle penne crea un contrasto netto con la parte centrale priva di eumelanina inibita dalla mutazione in questione; in questa zona si evidenzia il lipocromo (colore) di fondo, mentre rimane bianca se i canarini appartengono alla varietà “bianco dominante o recessivo” e alla categoria “mosaico”
.occhi rossi più evidenti nei canarini di Tipo Bruno, più cupi in quelli di Tipo Nero
.zampe, unghie e becco chiari sia nei Nero che nei Bruno
.disegno a scaglie che deve interessare tutto il mantello partendo dalla testa per andare sul dorso e sui fianchi; le bordature delle timoniere e delle remiganti non mutate nei soggetti giovani sono più ampie e più marcate di quelle degli adulti, quindi bisogna prestare attenzione a che esse non cadano durante la muta estiva del piumaggio, perché nel ricrescere sarebbero meno bordate (la maggior parte delle volte nascono senza bordatura feomelaninica e perciò molto penalizzate alle mostre alla voce “Tipo”
Satiné (5° fattore)
Questa mutazione, recessiva legata al sesso, è apparsa nei Paesi Bassi nel 1970 e si manifesta sui canarini inibendo la eumelanina nera e la feomelanina bruna ma non la eumelanina bruna, che è la forma mutante della eumelanina nera (mutazione del canarino Bruno).
La mutazione Satiné agisce su tutti e quattro i Tipi base: Nero, Bruno, Agata e Isabella in modo non uguale; nei canarini con feomelanina bruna (Bruno e Isabella) il disegno, essendo feomelaninico rimane presente, ma nei canarini con disegno eumelaninico per effetto della mutazione satiné che inibisce sia la eumelanina nera che la feomelanina bruna nei canarini di Tipo Nero ed Agata, che le hanno ambedue, il mantello appare privo di disegno melaninico.
I canarini Satiné sono differenziati in due Tipi distinti:
.i Tipi Bruno ed Isabella avendo disegno mutato uguale sono denominati Satiné
.i Tipi Nero ed Agata non presentano più disegno apparendo lipocromici, come i canarini Pheo agata ed isabella che anche se geneticamente differenti presentano lo stesso mantello privo di disegno, per cui appartengono alla stessa categoria dei Melaninici ad occhi rossi
I canarini Isabella e Bruno che vengono indicati con il termine Satiné sono quei soggetti il cui fenotipo è il risultato dell’effetto combinato di due distinte mutazioni: Bruno e Satiné.
I soggetti più tipici evidenziano un disegno centrale, lungo la rachide, sottile e spezzato, costituito da sola eumelanina bruna che contrasta nettamente con il contorno, privo di qualsiasi traccia di feomelanina; esso deve interessare simmetricamente oltre al dorso anche i fianchi e la testa.
I canarini Satinè hanno gli occhi rossi e le zampe, il becco e le unghie di colore carnicino.
Topazio (6° fattore)
La mutazione Topazio (recessiva) è di recente acquisizione; infatti è apparsa forse in Italia per la prima volta circa venti anni fa, ma non è stata capita ed è stata focalizzata in altri paesi.
Esercita la sua azione riducendo e modificando l’eumelanina nera che appare di colore testa di moro, provocando inoltre una riduzione sia della feo che della eumelanina bruna; la mutazione Topazio esercita la sua azione anche sulle zampe e sulle parti cornee (becco ed unghie), rendendole brunite negli ossidati di Tipo Nero e carnicine negli Agata.
Gli occhi assumono una colorazione rossiccia, molto evidente alla nascita, che con il passare dei giorni si scurisce fino a diventare meno evidente negli adulti.
Attualmente sono riconosciuti due Tipi: Nero e Agata.
I canarini Bruno e Isabella topazio non sono riconosciuti, forse per lo scarsissimo interesse che hanno suscitato; i pochi soggetti che abbiamo visto sembrano simili a quelli di Tipo Pastello.
NERO TOPAZIO
Caratteri tipici:
.marcature delle remiganti e timoniere ampiamente bordate di bruno degradante
.striature lunghe larghe e simmetriche che devono interessare la testa, il dorso e i fianchi
.rachide chiara e contornata da eumelanina concentrata di colore testa di moro
.becco, zampe ed unghie devono apparire il più possibile brunastre
AGATA TOPAZIO
Caratteri tipici
.rachide deve essere chiara e contornata da melanina concentrata
.remiganti e timoniere devono presentare un’ampia bordatura perlacea degradante
.becco, zampe ed unghie devono essere di colore carnicino
Eumo (7° fattore)
La mutazione Eumo (recessiva) è apparsa nei Paesi Bassi nel 1990 ed è di recentissima acquisizione ufficiale; quindi, per la ridotta selezione non ancora al massimo della sua potenziale espressività
Il fattore Eumo esercita la propria azione riducendo parzialmente le eumelanine, contrastando fortemente l’estrinsecazione della feomelanina; la mutazione Eumo provoca in tutti i Tipi la depigmentazione dell’occhio che appare rosso e la scomparsa dell’ossidazione del becco, delle zampe e delle unghie negli Ossidati.
NERO EUMO
Caratteri tipici:
.disegno eumelaninico netto e ben definito leggermente ridotto rispetto ai canarini Nero base, con una tonalità antracite molto scura.
.striature simmetriche, lunghe, che devono interessare la testa il dorso e i fianchi
.feomelanina completamente assente dal mantello, deve permettere al colore di fondo nelle sue diverse varietà di esprimersi in tutta la sua purezza e brillantezza
.occhi di un colore rosso cupo (rosso prugna)
.becco, zampe ed unghie perdono la loro ossidazione
BRUNO EUMO
Caratteri tipici
.disegno eumelaninico abbastanza lungo e dalla tonalità bruno carico
.occhi di un colore rosso scuro, decisamente più evidente dei canarino Bruno base
.striature distribuite simmetricamente partendo dalla testa interessando tutto il dorso e i fianchi
AGATA EUMO
Caratteri tipici
.disegno ridotto e di colore grigio scuro, si presenta in modo simile all’Agata di base
.occhi di un rosso ben visibile
.mantello privo di ogni traccia di feomelanina
Onice (8° fattore)
E’ una recentissima ed interessante mutazione recessiva riconosciuta a livello di Federazione Internazionale e dalla F.O.I. nel 2001.
La mutazione Onice esercita la sua azione riducendo qualitativamente le eumelanine, ma lasciando inalterata la dimensione del disegno e riducendo anche la feomelanina.
Il fattore Onice provoca inoltre un effetto fuligginoso su tutto il mantello che è la caratteristica peculiare della mutazione.
A causa della riduzione della feomelanina nei Tipi Onice la Varietà risulta più brillante dei Tipi di base.
Il becco, le zampe e le unghie devono mantenere le stesse caratteristiche dei Tipi di base.
I soggetti con notevole interferenza con il Tipo Opale (allelico all’Onice, tantochè in certi soggetti appaiono entrambe le espressioni), non devono essere giudicati.
NERO ONICE
Disegno eumelaninico simile al Nero e cioè lungo e largo anche se di un nero meno brillante, massima riduzione della feomelanina in modo da esaltare il colore di fondo, patina fuligginosa che avvolge l’intero mantello (caratteristica peculiare del fattore Onice), massima ossidazione di becco e zampe.
BRUNO ONICE
Disegno simile al Tipo Bruno di base, ben definito e di tonalità bruno scuro.
A causa dell’effetto della mutazione Onice la riduzione della feomelanina rende il mantello più chiaro rispetto al Tipo base; una patina fuligginosa avvolge l’intero mantello, le marcature e le vergature si manifestano interessate dalla eumelanina bruna che appare di tonalità ridotta rispetto al Tipo base.
AGATA ONICE
Conformazione del disegno simile a quello del Tipo Agata di base ma di tonalità grigio scuro con assenza di feomelanina che conferisce all’Agata onice l’effetto fuliggine, rendendo il fondo di colore grigio e nero.
Le marcature e le vergature si manifestano uniformemente interessate dalla eumelanina nera che ridotta appare di tonalità grigio scuro, più diluita, rispetto al Tipo Agata di base; il becco le zampe e le unghie devono essere carnicini.
ISABELLA ONICE
Allo stato attuale non ci sono indicazioni inerenti al Tipo Isabella onice; in futuro la selezione ci dimostrerà se può esistere la possibilità di definire lo standard di questo Tipo.
PIUMAGGIO
Il piumaggio composto da piume e penne deve essere completo, intatto, uniforme, liscio, compatto, serico e brillante; le penne e le piume si devono ricoprire l’una con l’altra come tegole ben ordinate. La coda e le ali devono essere compatte, unite ed intatte.
Sono da considerare difetti:
.piumaggio troppo abbondante ai fianchi e tendente a scomporsi; ciliari troppo folti o sollevati
.piumaggio eccessivamente abbondante con piumino che sbuca spesso tra le piume, rendendo meno compatto tutto il mantello (soggetti eccessivamente brinati)
.piumaggio corto, scarso e secco (soggetti eccessivamente intensi)
.piumaggio incompleto per muta non ultimata; remiganti o timoniere non uniformi (alcune mutate altre no)
.piumaggio della gola o del petto sollevato (cravatta)
.piumaggio scomposto su uno o entrambi i fianchi, sull’addome o sul petto
.piumaggio scomposto sul dorso, con piume che tendono a divaricarsi (dorso aperto)
.penne che ricoprono il codione ricadenti ai lati dello stesso (piume di gallo)
.coda (timoniere) a ventaglio o a rondine
.remiganti (ali) non compatte o non uniformemente in linea
FORMA
Caratteri tipici
.lunghezza compresa tra cm 12,5 e cm 13,5 dall’attaccatura del becco all’apice delle timoniere con buone proporzioni tra le varie parti
.testa tonda e larga con becco corto, conico e piuttosto largo alla base
.occhi brillanti, vivi e disposti sulla stessa linea immaginaria di chiusura del becco
.collo ben proporzionato, con rafforzamento alla base di impianto sul tronco
.dorso largo e pieno, deve formare un unico ed armonioso blocco con le ali che devono appoggiarsi naturalmente e simmetricamente sulla base della coda
.petto largo ed arrotondato se visto di profilo
.tronco non troppo grosso, né esile e né sottile, deve armonizzare con il collo e la testa evidenziando, nell’insieme, un’impressione di potenza, eleganza e bellezza
.coda né troppo lunga né troppo corta, deve essere 2/3 della lunghezza del tronco e misurare da cm 4 a cm 4,5 circa; deve armonizzare con la lunghezza del corpo
.arti inferiori devono essere robusti e solidi, con diti forti e sicuri nella presa del posatoio.

Sono da considerare difetti:
.ali portate troppo basse e rilassate lungo i fianchi
.ali che si incrociano sul codione o addirittura sul dorso
.coda portata troppo alta o troppo bassa
.arti portati dritti senza la normale semi flessione del ginocchio
.testa portata troppo alta o troppo bassa
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Agnese19
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Iscritto il: ven mag 28, 2021 5:12 pm

Re: Come bisogna procedere per ibridare?

Messaggio da Agnese19 »

Interessantissimoooooooooo grazie
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