Il cardellino
Col becco apre il pungente cardo,
vi trova semi e cotone caldo.
Si posa sul filo spino, vicino la stalla,
sfila lana d'ariete e crini di cavalla.
Vola sul ramo di zagara fiorito
e con ingegno tesse il morbido nido.
Trova così elementi a lui vitali,
fra le cose spigolose e inospitali.
La via del rifugio/La morte del cardellino di Guido Gozzano.
Chi pur ieri cantava, tutto spocchia,
e saltellava, caro a Tita, è morto.
Tita singhiozza forte in mezzo all'orto
e gli risponde il grillo e la ranocchia.
La nonna s'alza e lascia la conocchia
per consolare il nipotino smorto:
invano! Tita, che non sa conforto,
guarda la salma sulle sue ginocchia.
Poi, con le mani, nella zolla rossa
scava il sepolcro piccolo, tra un nimbo
d'asfodeli di menta e lupinella.
Ben io vorrei sentire sulla fossa
della mia pace il pianto di quel bimbo.
Piccolo morto, la tua morte è bella!
Il cardellino prigioniero
Dov'è andato il cardellino?
L'ho veduto pure ieri
cercar semi nel giardino;
è caduto nella rete.
è caduto in prigionia;
son legate le sue ali
ed ha perso l'allegria.
L'hanno chiuso in un palazzo;
mangerà zucchero dolce;
pel cattivo cacciatore
canterà senza riposo.
Ma ricorda con dolore
il suo nido sopra il ramo;
preferiva, il cardellino,
mangiar semi, mangiar bacche
dentro il bosco e nel giardino.
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- Amministratore
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Un po di poesie dell'ORNITOFILIA
Moderatori: Ondulato, Mario.dg83, Antonio P., GiuseppeMicali, MARIO 51
Re: Un po di poesie dell'ORNITOFILIA
Lo spaventa passeri
Una volta un cardellino fu ferito a un'ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra. Poi, terribile e gelido, arrivò l'inverno.
Un freddo mattino, cercando qualcosa da mettere nel becco, il cardellino si posò su uno spaventapasseri. Era uno spaventapasseri molto distinto, grande amico di gazze, cornacchie e volatili vari.
Aveva il corpo di paglia infagottato in un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano fatti con granelli di mais; per naso aveva una carota e due noci per occhi.
"Che ti capita, cardellino?", chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre.
"Va male. - sospirò il cardellino - Il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo. Penso che non rivedrò la primavera".
"Non aver paura. Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda".
Così il cardellino trovò una casa nel cuore di paglia dello spaventapasseri. Restava il problema del cibo. Era sempre più difficile per il cardellino trovare bacche o semi. Un giorno in cui tutto rabbrividiva sotto il velo gelido della brina, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino.
"Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais".
"Ma tu resterai senza bocca".
"Sembrerò molto più saggio".
Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse. E gli sorrideva con gli occhi di noce.
Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota.
"Mangialo. E' ricco di vitamine", diceva lo spaventapasseri al cardellino.
Toccò poi alle noci che servivano da occhi. "Mi basteranno i tuoi racconti", diceva lui.
Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa.
Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c'era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo azzurro.
"Mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo" (Matteo 26,26).
Autore: Bruno Ferrero
Una volta un cardellino fu ferito a un'ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra. Poi, terribile e gelido, arrivò l'inverno.
Un freddo mattino, cercando qualcosa da mettere nel becco, il cardellino si posò su uno spaventapasseri. Era uno spaventapasseri molto distinto, grande amico di gazze, cornacchie e volatili vari.
Aveva il corpo di paglia infagottato in un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano fatti con granelli di mais; per naso aveva una carota e due noci per occhi.
"Che ti capita, cardellino?", chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre.
"Va male. - sospirò il cardellino - Il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo. Penso che non rivedrò la primavera".
"Non aver paura. Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda".
Così il cardellino trovò una casa nel cuore di paglia dello spaventapasseri. Restava il problema del cibo. Era sempre più difficile per il cardellino trovare bacche o semi. Un giorno in cui tutto rabbrividiva sotto il velo gelido della brina, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino.
"Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais".
"Ma tu resterai senza bocca".
"Sembrerò molto più saggio".
Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse. E gli sorrideva con gli occhi di noce.
Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota.
"Mangialo. E' ricco di vitamine", diceva lo spaventapasseri al cardellino.
Toccò poi alle noci che servivano da occhi. "Mi basteranno i tuoi racconti", diceva lui.
Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa.
Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c'era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo azzurro.
"Mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo" (Matteo 26,26).
Autore: Bruno Ferrero
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Re: Un po di poesie dell'ORNITOFILIA
Non posso che ringraziarvi per queste bellissime poesie, grazie...........................