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L’ibis eremita

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Pappagallo
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L’ibis eremita

Messaggio da Pappagallo »

LIETO EVENTO DOPO 400 ANNI: NATI DUE RARI PULCINI DI UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE

Per la prima volta dopo 400 anni sono nati in Svizzera due pulcini di ibis eremita, specie di uccello ormai estinto in Europa.

A Zurigo, maggiore città della Svizzera e capoluogo del cantone omonimo, poco distante dallo zoo della città, gli inquilini di un palazzo hanno avuto una sorpresa davvero insolita. Su un davanzale di un appartamento situato nella zona industriale di Rümlang, pochi giorni fa è accaduto un evento che non si verificava da ormai quattrocento anni: una coppia selvatica appartenente alla specie degli ibis eremita ha nidificato. Alla schiusa delle uova sono così nati i primi due pulcini di ibis degli ultimi quattro secoli.

Venuti al mondo due pulcini di ibis eremita: è la prima volta dopo 400 lunghi anni

Video e foto dei piccoli volatili appena venuti al mondo sono stati condivisi sui social network, in particolare sul canale YouTube dello Zoo di Zurigo, lo Zoo Zürich all’account social @zoozurich in un filmato intitolato «Wilde Waldrapp-Brut in Rümlang» (tradotto in italiano dal tedesco: «Razza selvatica di ibis eremita a Rümlang»).
 

Johannes Fritz, il coordinatore del team di ricercatori che sta studiando gli uccelli, ha spiegato sui social che «Si tratta di giovani esemplari che si riproducono per la prima volta. Provengono dalla colonia di Überlingen, sulle rive del Lago di Costanza, in Germania. Anche se gli uccelli migratori amano formare grandi gruppi, capita infatti che singole coppie volino da sole».
 

I due uccelli appena diventati genitori, ai quali sono stati dati i nomi di Enea e Rupert, sono due esemplari di ibis eremita, una specie che a livello selvatico risultava scomparsa ormai dal XVII secolo. L’ibis eremita (noto con il nome scientifico di Geronticus eremita secondo la classificazione tassonomica di Linneo del 1758) è un uccello pelecaniforme (lo stesso ordine a cui appartengono anche i pellicani) appartenente alla famiglia dei Treschiornitidi. Gli ibis eremita sono una specie in pericolo di estinzione, diffusa fino al XVII secolo in tutta l’Europa centrale e meridionale con numerose colonie situate lungo il Danubio e il Rodano. Attorno al 1700 la specie si avviò verso un lento e inesorabile declino che ne causò la sparizione prima dall’Europa centrale, poi dall’Europa meridionale a causa dell’antropizzazione e della caccia da parte dell’uomo per la carne di questi uccelli ritenuta molto pregiata.

Gli ibis eremita sono uccelli di dimensioni medio-grandi, lunghi circa settanta o ottanta centimetri e con un’apertura alare che supera i centotrenta centimetri. Il loro piumaggio è di colore nero corvino sia nei maschi che nelle femmine, con riflessi metallici di colore verde, violetto e bronzeo sulle ali. Animali gregari, tendono a trascorrere tutta la vita con lo stesso compagno. Alla cova partecipano entrambi i genitori, che si danno il cambio per i ventiquattro giorni necessari in media per l’incubazione covando le uova o cercando il cibo e allontanando i potenziali pericoli. Come è possibile vedere anche dalle immagini condivise sui social relative ai piccoli di Zurigo, i pulcini presentano un piumaggio di colore uniformemente bruno chiaro. A nutrire i piccoli si occupano entrambi i genitori almeno fino al secondo mese di vita, quando impareranno a volare.

Non appena gli inquilini del palazzo di Zurigo si sono accorti della presenza dei grandi uccelli dal piumaggio particolare, hanno avvertito un’emittente televisiva locale. La notizia è stata in seguito confermata da un team di studiosi impegnati nella reintroduzione degli ibis eremita in Europa. Lo Zoo di Zurigo ha apposto una telecamera sul davanzale e ha reso disponibili in rete le riprese in streaming dei pulcini: collegandosi sul sito dello zoo, gli utenti potranno infatti osservare i piccoli ibis e i loro genitori in diversi momenti della giornata e nelle diverse fasi di crescita.

Gli ibis, sacri per gli antichi egizi che ritenevano fossero la reincarnazione del dio Thot, dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia e della matematica, sono da sempre stati considerati parte integrante del patrimonio culturale delle popolazioni del bacino del Mediterraneo. Raffigurati negli ultimi decenni sui francobolli di diversi Paesi del mondo, rivestono ancora oggi una grande importanza. Numerosi zoo nel corso degli anni hanno provato a tenere in cattività questi uccelli, ma secondo diverse indagini quasi la metà degli ibis eremita tenuti in gabbia soffrono di numerose malattie a livello osseo, gastrico e cardiaco e di dermatite cronica ulcerativa, che ha come conseguenze la perdita di penne e la comparsa di ulcerazioni a livello del collo, delle spalle e delle ali. Per questi motivi sono diversi i parchi zoologici che hanno deciso di collaborare a vari progetti di reintroduzione della specie. In alcuni casi gli zoo hanno cercato di addestrare gli uccelli nati e allevati in cattività a seguire mezzi ultraleggeri che li hanno guidati durante la loro prima migrazione. Con esiti variabili e differenti caso per caso, questo tipo di migrazione pilotata sta avendo i primi successi soprattutto negli ultimi anni, permettendo una ricolonizzazione periodica di alcune aree comprese tra la Germania e l’Italia. La nascita dei pulcini di ibis a Zurigo rappresenta quindi un grande passo avanti nella reintroduzione della specie in natura. (di Elisabetta Guglielmi)
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Organetto
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Iscritto il: ven mag 19, 2023 8:15 pm

Re: L’ibis eremita

Messaggio da Organetto »

Rientrano nel progetto Waldrapp ma non sono animali che hanno subito l'intensivo processo di imprinting e addestramento all'ultraleggero. Questi Eremita sono stati reintrodotti con il metodo più semplice ed efficace del mondo. Sono animali riprodotti in voliera, quindi cresciuti in modi equilibrato. e semplicemente rilasciati in siti idonei. Visto come è semplice :)

Il progetto di reintroduzione viene effettuato con vari metodi.

Non per questo mi stupirei se una coppia di Eremita di quelli del "sistema aeroplano" riuscisse a sopravvivere e arrivasse a riproduzione. Sarebbe auspicabile, ci mancherebbe altro. Ma il successo di una coppia non significa che il metodo abbia un senso sia vincente o giustificato. Direi proprio di no. Una coppia su quante reintrodotte con questo sistema? I numeri sono importanti. Ma il punto non è nemmeno questo. Se anche ci fossero i numeri, è certezza che il metodo basato sul volo guidato con ultraleggero è improntato esclusivamente con finalità mediatiche e non di reale utilità/necessità etologiche. E questo è un dato certo. Ma è necessario conoscere profondamente queste dinamiche per arrivare ad assumerlo. E dopodiché diventa talmente evidente che sembra incredibile non venga compreso.

La riproduzione di questa coppia ne è una ulteriore conferma. Il metodo di reinserimento sarebbe tanto semplice quanto banale. Ed è stato portato avanti per molte altre specie, per altro migratori a lungo raggio (Gruiformi, Cicogniformi, Anatidi) e non a corto raggio come gli Eremita. E nessuno si è mai sognato di addestrarli a seguire un aeroplano. Follie..

È importante discernere i metodi scientifici da trovate mediatiche. Almeno questo.
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Giulia
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Iscritto il: sab ott 16, 2021 10:06 pm

Re: L’ibis eremita

Messaggio da Giulia »

Eccellente. Speriamo bene!
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Anna
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Iscritto il: lun apr 05, 2021 2:39 pm

Re: L’ibis eremita

Messaggio da Anna »

Singole coppie sparse in contesti ambientali totalmente casuali... a differenza di quello che prevederebbe la biologia di questa specie. Cioè una nidificazione coloniale in falesia o siti rupicoli sulle Alpi. In Toscana ci dovrebbero solo migrare in inverno e non essere presenti, tanto più che nidificanti, in questo periodo.
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