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Nello stesso nido piccoli di due specie diverse: la "famiglia allargata" degli uccelli

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Anna
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Nello stesso nido piccoli di due specie diverse: la "famiglia allargata" degli uccelli

Messaggio da Anna »

Nello stesso nido piccoli di due specie diverse: la "famiglia allargata" degli uccelli

di Pasquale Raicaldo

Alcuni ricercatori hanno documentato il caso sorprendente di una famiglia allargata con codirossi comuni e codirossi spazzacamino, che hanno optato per l'allevamento cooperativo della prole. E gli ornitologi spiegano: "In natura le famiglie non hanno schemi rigorosi"

C'è ancora una volta un messaggio che arriva dalla natura, e in particolare dal mondo animale, sul quale riflettere. Ed è quello di una "famiglia allargata", come si direbbe oggi. Protagoniste sono due specie di uccelli, il codirosso comune e il codirosso spazzacamino: evidentemente imparentate, eppure chiaramente distinte. Migratore d'eccellenza il primo, più fedele al Mediterraneo (e alle nostre città) il secondo. Un gruppo di ricercatori italiani del Cnr e della Stazione zoologica Anton Dohrn ha documentato, per la prima volta, un nido in cui gli animali delle due specie hanno deciso di allevare la prole insieme. È accaduto sull'Appenino pistoiese e lo studio è stato recentemente pubblicato da Emiliano Mori, Rosario Balestrieri e Giacomo Bruni sulla rivista "Bird Study" con il titolo First record of interspecific cooperative breeding among redstart species.

E se il cosiddetto "allevamento cooperativo" all'interno della stessa specie è un esempio piuttosto diffuso di altruismo in zoologia (al punto che lo adotta il 3% degli uccelli, con i genitori che accudiscono piccoli con i quali non sono direttamente imparentati), molto rari sono gli esempi di nidiate miste. Di più: con un sistema di videotrappolaggio e di raccolta dati, i ricercatori hanno documentato non solo la cova collettiva ma anche la circostanza, non scontata, che ciascun genitore nutrisse sia i propri pulcini che quelli dell'altra specie.

"Abbiamo avanzato anche un'ulteriore ipotesi altrettanto stupefacente, vale a dire la costruzione del nido in collaborazione, con gli individui di una specie che l'hanno avviata e quelli dell'altra che l'hanno completata", aggiungono i ricercatori. Le due femmine hanno deposto tre uova a testa, un numero inferiore rispetto alla media: un po' come se, sottolineano i ricercatori, avessero voluto calibrare il numero complessivo, anziché raddoppiarlo. Non solo: hanno sincronizzato la deposizione delle uova, in modo che tutti i piccoli si involassero tra il tredicesimo e il quattordicesimo giorno.

Non una coincidenza, a quanto pare. "E in una fase storica in cui si parla tanto della famiglia naturale, proprio la natura - annota Balestrieri, co-autore dell'articolo, ornitologo della Stazione zoologica Anton Dohrn - ci mostra continuamente che le famiglie non hanno schemi precisi: l'unico aspetto costante e quello di provare a garantire maggiori opportunità possibili alla futura generazione". Un progetto di collaborazione in pieno stile, altro che il parassitismo di specie come il cuculo, che si appropriano invece dei nidi altrui.

"Avevo notato un gran via vai dalla cassetta nido che ho installato su una parete di casa che dà sul giardino. -  racconta Giacomo Bruno - C'erano due femmine di codirosso che stavano portando erba secca e altro materiale nella cassetta nido. I casi in cui due femmine della stessa specie collaborano per la nidificazione non sono rari. Ma mi accorsi che il piumaggio dei due uccellini non ero proprio identico. Consultando guide e foto sul web era evidente che si trattava di due specie diverse: il codirosso comune e il codirosso spazzacamino. Riuscii a documentare le due femmine accucciate assieme sul nido durante la cova e inoltrai la foto ad alcuni ornitologi". Che sottolinearono subito l'eccezionalità dell'osservazione, invitando Bruni a documentare tutto.

"Una volta avvenuta la schiusa osservai come tutti e quattro i genitori si occupassero di procacciare cibo per i piccoli", racconta. C'era comunque un'altra domanda in sospeso: di chi erano i piccoli nel nido? Capita che una coppia di uccelli che ha perso la propria nidiata si occupi di quella di un'altra coppia: era anche questo il caso? "Abbiamo dovuto attendere che i piccoli completassero il loro piumaggio per capirlo e la risposta è stata sorprendente. La colorazione del piumaggio evidenziava infatti la presenza di tre giovani codirossi spazzacamino e di due codirossi comuni", spiegano i ricercatori.

Si trattava a tutti gli effetti di una nidificazione congiunta fra due specie diverse. Con un ottimo successo: tutti e cinque i piccoli si sono involati con successo, il nido ha rivelato un solo uovo non schiuso."Non c'è dubbio - spiega Emiliano Mori, ricercatore all'Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del CNR - che si tratti della prima volta in cui si osserva un comportamento interspecifico di questo tipo tra due specie di codirosso. Nonostante la similitudine fenotipica, le due specie non si ibridano: i comportamenti altruistici tra specie diverse sono molto rari in generale, tanto più tra specie come queste che condividono una nicchia ecologica quasi completamente sovrapposta".

Chi sono i nest helper (e perché lo fanno)?

"Approcci di cooperazione in natura sono frequenti in particolare tra i felini e i canidi sociali, come i leoni e i licaoni: il branco sostiene tutti i cuccioli nati indipendentemente dal grado di parentela, più o meno stretto, e le femmine allattano i piccoli che ne hanno bisogno senza discriminarli rispetto ai propri. - annota Balestrieri - Nei leoni questa abitudine è talmente vantaggiosa che le femmine sincronizzano il parto in modo da potersi sostenere vicendevolmente nell'allattamento e nella protezione di tutti i cuccioli. Anche in molte specie di uccelli ci sono individui che 'adottanò nidi altrui aiutando i genitori biologici a nutrire e proteggere i piccoli: sono i cosiddetti 'nest helper', tra i quali compaiono individui, da 1 a 6, che collaborano all'allevamento della prole pur essendo esclusi dalla costruzione del nido e dagli aspetti sessuali. Non depongono né covano, ma procacciano il cibo e alimentano i piccoli che proteggono da eventuali predatori. Perché lo fanno? La risposta è affascinante: nell'impossibilità di allevare prole propria, gli individui cooperano per incrementare il successo riproduttivo dei conspecifici".

C'è ad esempio il caso emblematico delle cornacchie. Una specie sorprendente, perché in contesti in cui le risorse ambientali sono percepite come insufficienti, la coppia che nidifica viene aiutata dai nati delle covate precedenti. "Ed è come se molti individui rinuncino a riprodursi per evitare di generare un numero di piccoli in un contesto in cui non ci siano risorse per farli sopravvivere, accettando di collaborare all'allevamento di piccoli di altri genitori".
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