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Tra sogno e realtà

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COMITATO REDAZIONALE
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Tra sogno e realtà

Messaggio da COMITATO REDAZIONALE »

Tra sogno e realtà


E’ stato un sogno bellissimo che al risveglio, però, mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Uno di quei rari sogni a colori: io volavo, ma più che volare nuotavo movendo lentamente le braccia in un cielo azzurro macchiato qua e là da rare e piccole nubi bianche, un cielo da dépliant pubblicitario di ultimi paradisi.
Dall’alto vedevo la mia casa come era prima della guerra con il grande terrazzo sul tetto e la torre merlata ma non vedevo il giardino, l’orto, l’uliveto. Al loro posto un enorme prato verde, alberi in fiore, arbusti e tante voliere. Sono sceso a terra lentamente e leggero, come piuma portata dal vento e…meraviglia le voliere erano aperte, non avevano la rete e gli uccelli uscivano ed entravano liberi.


Specie comuni e rare, centinaia di specie, le ho riconosciute: erano le “mie” specie “possedute” nel corso di una vita che mi volavano attorno senza paura e cantavano come per salutarmi.
Un Garrulax galbanus simaoensis mi è volato in testa ed ha cominciato a cantare. Che strano canto, sembrava lo squillo del telefono. Era lo squillo del telefono: qualcuno aveva sbagliato numero. Mi sono alzato dalla poltrona ancora assonnato e sono andato alla finestra: le mie voliere erano ancora là: vecchie voliere vuote e maleandate. Che malinconia! Quanti rimpianti! Quante occasioni perdute! Allora per distrarmi ritorno al passato e vi infliggo questi ricordi.
AI genere Garrulax appartengono 48 Specie di uccelli di taglia media e medio-piccola, presenti nell'Asia centromeridionale e sud-orientale e nelle grandi isole dell'Arcipelago della Sonda. Si tratta di un taxon ben definito che negli ultimi anni ha avuto minime variazioni nella sua sistematica soltanto a livello subspecifico (da 150 a 152) per il riconoscimento di due nuove sot¬tospecie: una nel Garrulax henrici, Garrulo schia¬mazzante del Principe Enrico, ritenuta in passato monotipica, e una nel Garrulax galbanus Garrulo schiamazzante di Austen (da due a tre).
La classificazione con i relativi areali del Garrulax galbanus (Howard R., Moore A. 1991) è la seguente:
Garrulax galbanus galbanus.
Assam sud-orientale, Birmania occidentale.
Garrulax galbanus courtoisi.
Kiangsi nord-orientale.
Garrulax galbanus simaoensis.
Yunnan.
Sulle due sottospecie del Garrulax galbanus si potrebbe scrivere un saggio. Numerosi sono gli studi e le ricerche fatte su queste due rarissime sottospecie che rappresentano ancora per alcuni ornitologi un enigma.

“il simaoensis come sottospecie sarà il nostro obiettivo definitivo. Per noi, questi due taxon endemici cinesi rimangono un mistero e una sfida.”
Comunque una cosa è certa, specie o sottospecie il simaoensis è molto raro.

Alla fine del 1980 furono importati occasionalmente, credo da Hong Kong ,alcuni esemplari ed io ebbi la fortuna di averne una coppia in regalo dall’amico importatore.
Di questi Garrulax dalla primavera del 1990 e per diversi anni ne seguii i tentativi di riproduzione, annotando minuziosamente il comportamento. Per non tediare il lettore con il lungo diario mi limito a riportare, con modifiche e aggiunte, un mio articolo scritto nel 1993 per I.O.
Ho avuto l'opportunità di seguire, per due stagioni riproduttive, questi rari uccelli e di annotarne il comportamento. Il primo periodo va dal 13 maggio 1991, giorno che vidi muoversi nel nido dei G. galbanus l'unico nato, al 3 luglio quando, dopo averli tolti dalla voliera per affidarli a un allevatore di mia conoscenza, trovai nel folto di un cespuglio un nido con 3 uova.
Nel 1991 tenevo ancora in voliera numerose Specie di differente taglia, provenienti da regioni zoogeografiche diverse che, sebbene vivessero in apparente armonia, come risulta dagli articoli scritti in precedenza in collaborazione con l'amico Mignone, davano risultati riproduttivi estremamente deludenti. Nel caso in esame, dalla prima covata (3, uova) nacque un pullus che abbandonò precocemente il nido rimanendo, di lì a poco, vittima di un violento temporale.
Dalla seconda covata (4 uova) schiusero tre piccoli, morti di fame per l'impossibilità di assicurare ai genitori un regolare rifornimento di insetti, consumati immediatamente dagli altri ospiti della voliera. Il terzo nido che rinvenni, come scritto, dopo aver prelevato i Garruli, conteneva 3 uova deposte da poco.
Il 1992 passò senza novità.
Nel gennaio del 1993, tornato in possesso della coppia, purtroppo non più in perfette condizioni fisiche, l'alloggiai in un confortevole gabbione in attesa di tentare nuovamente la riproduzione. All’inizio della primavera collocai in voliera tra i cespugli, quattro nidi di ferro per Canarini di grossa taglia, ben imbottiti con vegetale da materassi. Il 18 aprile vi liberai soltanto i Garruli, così non vi sarebbero state da temere interferenze da parte di altri uccelli, durante il ciclo riproduttivo: una voliera lunga 22 metri tutta per loro!
Ecco, trascritto alla lettera dal blocco appunti, ciò che avvenne.
Dal 18 aprile al 10 giugno. Passato il primo periodo di ambientamento cominciarono a rivolgere la loro attenzione ai nidi e dopo averli vuotati completamente del materiale da me predisposto, ne scelsero uno e vi costruirono lentamente una "tazza" e la femmina iniziò a pernottarvi. Ritenni fosse in procinto di deporre, invece tre giorni dopo notai il nido disfatto. Per una settimana non successe niente, poi costruzione velocissima, in un altro contenitore, di una nuova "tazza" e deposizione del primo uovo (10 giugno).
14 giugno. Le uova sono quattro.
18 giugno. Ho constatato che alla cova partecipano il maschio e la femmina.
20 giugno. Cova regolare. Soggetti docilissimi. Ho scattato le fotografie alla femmina sulle uova a una distanza minima di 50 cm.
22 giugno. Controllate le uova: due con embrione, due chiare.
25 giugno (ore 15,20). Nel nido vi è un piccolo: è nudo e rosa. I genitori sono momentaneamente assenti.
30 giugno. Il nidiaceo è cresciuto rapidamente: è solo, perché l'altro uovo non si è schiuso. L'assistenza da parte dei genitori è assidua e regolarmente alternata. Quando uno dei membri della coppia si presenta al nido per l'imbeccata, invita l'altro a abbandonarlo con un flebile e breve canto gorgogliato. La notte la femmina dorme nel nido, il maschio in un cespuglio distante circa dieci metri.
4 luglio. Nelle ore più calde della giornata i genitori non stanno nel nido, ma quando il pullus è solo, vi è sempre un adulto di guardia.
6 luglio. Il piccolo ha abbandonato il nido nel primo pomeriggio. Ha avuto una crescita molto rapida, è robusto, vigile e vivace. È stato alimentato quasi esclusivamente con insetti reperiti in voliera e con larve di T. monitor. Ignorati dai genitori i pastoncini, la frutta e le larve di Mosca carnaia.
L'aspetto del nidiaceo non è molto attraente, perché la testa ben impiumata nella parte superiore è lateralmente ancora nuda, particolare che evidenzia gli orecchi e fa apparire gli occhi in fuori. Ancora inetto al volo, possiede zampe e piedi così forti e ben sviluppati da permettergli di seguire i genitori, arrampicandosi sui rami con agilità quasi scimmiesca. In caso di pericolo o supposto tale, gli adulti richiamano il piccolo con due suoni alternati: uno è un flebile e malinconico fischio, l'altro una serie (3-4) di versi aspri e gracchianti, una via di mezzo tra il garrito della rondine e il grido, in miniatura, della cornacchia.
8 luglio. Tragedia! Questa sera (ore 20,15) i garruli, gridando disperatamente e volando da un ramo all'altro, mi hanno fatto correre alla voliera.
Il piccolo giaceva a terra agonizzante; l'ho preso in mano e mi sono accorto che aveva il becco insanguinato e una piccola ma profonda ferita all'altezza del petto. Non ho visto il colpevole ma sicuramente è stato arpionato da un gatto mentre si arrampicava sulla rete, come era solito fare, per appollaiarsi su un ramo vicino ai genitori.
16 luglio. Secondo nido. Deposizione del primo uovo (Tutto finì li perché i Garruli entrarono in muta).
Anno 1994
Finalmente un risultato positivo. Alloggiati in una spaziosa voliera esterna, anche se più piccola di quella dell’anno precedente, e fornita di tutto il necessario, ma soprattutto ricorrendo anche all’allevamento “a mano” dei nidiacei, riuscii a portarne tre all’indipendenza.
Prima di chiudere, con tutti i limiti del caso, azzardo alcune considerazioni sulla base di quanto osservato.
La cova inizialmente è compito della sola femmina, ma con il passare del tempo anche il maschio, durante il giorno, vi prende parte sempre più assiduamente, fino a un'alternanza paritaria; la notte il maschio dorme fuori dal nido. L'allevamento è effettuato in coppia. I pulli crescono rapidamente e abbandonano il nido a 11-12 giorni. Non sono ancora capaci di volare, tuttavia si spostano sul terreno con rapidi salti e si destreggiano bene tra l'intrico dei rami al seguito dei genitori. Indispensabili per la loro alimentazione generose razioni d'insetti. Durante il periodo riproduttivo è raccomandabile isolare le coppie in voliere singole, soprattutto per assicurare una continua disponibilità di insetti.
Altrettanto importante, nel caso non si voglia proseguire l'allevamento allo stecco, proteggere i piccoli "nidifughi" da perturbazioni atmosferiche e gatti.

Per sottolineare il loro carattere riporto ancora una volta quanto scrissi nell’articolo sui Garrulax già pubblicato nel forum.
“Ora dei tanti Garrulax ne possiedo uno solo: è una femmina di G. galbanus simaoensis di sei anni nata in cattività e allevata allo stecco durante l’ultima settimana, prima della completa indipendenza. Vive in voliera per buona parte dell’anno, eccetto nei mesi più freddi quando, più per mia comodità che per lei (sopporta benissimo la cattiva stagione) la trasferisco in soffitta in un comodo gabbione E’ un uccello dal comportamento “strano”, che mette in evidenza, diciamo, l’intelligenza di questa specie. Per i primi due – tre anni dimostrò un comportamento calmo e confidente, ma sempre con una ben precisa distanza di fuga che non mi permise mai di avvicinarmi, quando era in voliera, a meno di circa due metri. Poi all’improvviso le cose cambiarono. Un giorno d’estate, appena mi vide approssimare alla voliera, si attaccò alla rete gridando a gran voce.
Era in muta e reclamava insetti. Mi allontanai e dopo poco tornai con un buon numero di larve di Tenebrio molitor e entrai in voliera. Mi venne subito incontro posandosi , senza alcun timore, su un rametto a pochi centimetri da me. Prese le larve direttamente dalla mia mano, poi volò via.
Da allora si comporta così: fintanto che riesce a trovare insetti a sufficienza, il suo comportamento rientra nelle caratteristiche della specie, nei momenti in cui nene ha particolare bisogno e gli insetti scarseggiano diventa un “cagnolino” La cosa più curiosa è che si fida soltanto di me, degli altri non si fida e si tiene a rispettosa distanza. Si fida soltanto di me, ma devo essere solo. Se sono in compagnia , anche di mia moglie, che quasi tutti i giorni le porta il cibo e le rinnova l’acqua, non si fa avvicinare.”

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Appena il tempo di scrivere al computer l’articolo che suonano al cancello: è il solito amico Adriano che mi viene a trovare. Cosa fai di bello? Gli descrivo l’articolo e gli racconto il sogno. Mi ha bonariamente criticato: “Male, vivi di ricordi” No, ho risposto, non vivo di ricordi, vivo di presente, vivo nel presente, e questi tre computer e tutto il resto ne sono una prova. Questo non vuol dire che ogni tanto “stacchi” e ,come in questo, caso viva nei ricordi. Vivere di ricordi, soltanto di ricordi, è un’altra cosa.

P.S - So che nello stesso periodo, credo in Lombardia, riprodussero il simoensis con buoni esiti positivi.

Bibliografia
Capecchi A., Mignone G.P. - Osservazioni ornitologiche in voliera. Parte Ia, IIa, IIIa – I.O. nn 1/1990 - 6/1990 e 4/1991.
Howard R., Moore A. 1991 - A complete cheklist of the birds of the world - Academic Press, London.
King B., Woodcock M., Dickinson E.C. 1984 - A field guide to the birds of south-east Asia - Collins, London.
Meyer de Schauensee R. 1989 - Birds of China – Oxford University Press, Oxford.
Allegati
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