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Un pò di storia

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COMITATO REDAZIONALE
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Un pò di storia

Messaggio da COMITATO REDAZIONALE »

Questa discussione è stata presa dal vecchio Forum della FEO.


Lo studio degli Uccelli è in fase di rapida crescita in Italia. Lo testimoniano il fiorire di iniziative, di convegni ad ampia partecipazione, di ricerche in atto e in programma. In tal modo l'ornitologia italiana pare avviata a colmare il ritardo accumula to negli ultimi 50 anni nei confronti delle conoscenze acquisite in altri Paesi europei. Inevitabilmente, una tale rapida evoluzione comporta una varietà di tentativi coronati da molti successi e da qualche errore, e anche momenti di disorientamento e occasioni di confronto e scontro tra le iniziative. Una discussione publica sulle linee di evoluzione della ornitologia può essere di stimolo e guida per l'attività di noi tutti. In Italia però la figura di ornitologo soffre di una mancanza di identità vi si fanno rientrare allevatori, amministratori, conservazionisti che non sono propriamente ornitologi, mentre va sottolineato che è ornitologo chi studia su basi scientifiche gli Uccelli, sia come amatore che come professionista. Nel XIX secolo l'ornitologia italiana fu di ottimo livello anche se con aspetti "elitari" invece negli ultimi decenni è stata quasi inesistente, Intorno al 1975 gli ornitologi erano già molti aumentati. Si è avvertita negli anni '70 una frattura tra un'impòstazione precedente "venatorio-naturalistica" e una "ecologico-protezionistica" di nuovo stile. Bisogna dire che l’Ornitologia è passione no scienza. La definizione di ornitologia è sufficientemente vasta ed elastica da consentire a ogni suo cultore di rimepirla di contenuti a suo piacimento. In Italia, per molti anni, questi contenuti sono stati limitati al la sistematica e alla faunistica, cioè a quei rami della biologia che sono generalmente coltivati più nei musei, che nelle Università. Da circa un decennio, ad opera di piccoli ma attivi gruppi di giovani zoologi di diverse Università italiane, l'ornitologia del nostro paese si va finalmente trasformando da scienza puramente descrittiva e sostanzialmente predarìviniana a scienza interpretativa. Non è strano che, in questa situazione, il concetto stesso di ornitologia possa andare profondamente in crisi in quanto "superato" .da altre divisioni di tipo "orizzontale": lo studioso di uccelli, cioè, non è più primariamente ornitologo ma piuttosto ecologo, etologo, fisiologo, etc.; e in ciascuna di queste discipline che si lavora a fianco di altri studiosi che si occupano di gruppi sistematici diversi, principalmente altre classi di vertebrati, ma talora anche invertebrati. Questo è certamente vero dal punto di vista pratico operativo; però non va dimenticato che, dal punto di vista psicologico e culturale , gli studiosi di uccelli sono spesso accomunati da una profonda passione per la storia naturale che rende taìvolta possibili approcci interdisci plinari, salti di specializzazione e collaborazioni impensabili in altri ambiti. La sopravvivenza e anzi la fioritura della figura dell'ornitologo nel nostro come in altri paesi è perciò strettamente legata alla capacità di collaborazione e, perchè no, di solidarietà umana e di amicizia tra cultori di discipline diverse. Questo modo di vedere fornisce anche la chiave di volta per la migliore utilizzazione delle forze amatoriali che restano ancor oggi e probabilmente resteranno ancora a lungo il nucleo più numeroso di coloro che si occupano di ornitologia nel nostro paese. Tra gli ornitologi amatori si annoverano certamente alcuni ricerca tori di buon livello in campo faunistico; è vero d'altra parte, che le esigenze di attrezzatura e di specializzazione necessarie per la moderna ricerca limitano le possibilità pratiche degli amatori essenzialmente a quei lavori che si possono svolgere interamente in campagna con lo ausilio di un binocolo. I grandi ornitologi italiani del passato hanno regolarmente attinto dagli amatori del loro tempo per lo più cacciatori notizie di carattere faunistico. Se è vero che solo pochi amatori sono abbastanza preparati per far fronte alle nuove esigenze, è anche vero che nessun professionista è stato finora in grado di utilizzare i loro contributi in modo soddisfacente. Affinchè ciò si possa verificare in futuro, sarà necessario anzitutto razionalizzare in modo preciso l'attività di inanellamento che viene oggi praticata, bene o male, da oltre sessanta titolari di licenza dei quali almeno il 90% sono amatori. C’è anche il caso degli inanellamenti, per poter varare progetti concreti è necessario mettere insieme gruppi di lavoro abbastanza bene affiatati e coordinati. Si tratta di incentivare gli amatori valorizzandoli opportunamente e rinunciando ad "usarli" come "manodopera" grezza, cosa che forse è talora accaduto nel passato col risultato di raffreddare gli entusiasmi e purtroppo anche i rapporti umani. Bisogna infine avvicinare tutti gli amatori ai lavori più complessi che vengono svolti dai professionisti delle Università. A questo scopo sono utilissimi i Congressi Nazionali e i Seminari di Ornitologia e di Zoologia dei vertebrati, il continuo miglioramento della qualità e della circolazione delle pubblicazioni nazionali del nostro settore, un coordi namento centrale più stretto e più efficace da parte delle Istituzioni che possono esercinarlo. Per realizzare tutto questo, ogni professionista dovrà rinunciare gli atteggiamenti "cattedratici" e dovrà invece lavorare con semplicità insieme con tutti coloro che condividono i suoi interessi. Senza discriminazioni, ma anche senza facili concessioni nei riguardi di gruppi di pressione come cacciatori e protezionisti. Un luminoso futuro. Non è azzardato asserire che la Zoologia italiana sia stata fino all'inizio degli anni '70 Zoologia degli Invertebrati. Il mondo scientifico italiano ha sempre vantato parecchi entomologi o specialisti di al tri gruppi ma ugualmente non può dirsi per gli studiosi di Mammiferi, Uccelli o Rettili. Se, in occasione di Congressi, la scelta del relatore di un tema su un gruppo di Invertebrati poteva essere imbarazzante, quella del relatore del tema ornitologico o erpetologico era quasi obbligata. Già intorno al 1975 però il numero di ornitologi o appassionati di ornitologia era molto aumentato. Nel giro di un anno si è passati in tal modo da una sola rivista di ornitologia Rivista Italiana di Ornitologia a tre si sono aggiunte Avocetta e Gli Uccelli d'Italia. Ovviamente cresceva il numero di articoli e lavori di ornitologia. Inoltre si facevano sempre più frequenti pibblicazioni ornitologiche su riviste naturalistiche regionali. Da una media di 20 Autori di lavori ornitologici italiani si è passati gradualmente ad una cinquantina e più. E la crescita continua tuttora. Questi rappresentano solo alcuni fatti obiettivi. In sostanza gli Uccelli hanno coperto un nuovo ruolo, quello dì indicatori della qualità dell'ambiente naturale. Alla raccolta di questo tipo di dati si è affiancata la necessità di conoscere il successo riproduttivo ed il livello trofico di alcune specie, tutte informazioni che richiedono una ricerca pia impegnata e che oltrepassa la semplice constatazione di presenza o assenza di una specie. Molti ornitologi italiani così negli ultimi dieci anni hanno, pubblicato parecchi lavori sull'aspetto qualitativo quantitativo dell'avifauna di di verse aree della Penisola e delle Isole.. In conclusione va detto che si direbbe che la crescita ornitologica sia direttamente proporzionale alla crescita naturalistica di estrazione protezionistica, nella sua più pulita espressione ed alla scoperta di nuove finalità più qualificanti. Diversamente da quanto alcuni denigra tori sostengono, non è proprio un fatto di moda. L'evoluzione della conoscenza è un fatto graduale che dipende molto dall'entusiasmo di chi ha il compito di stimolare la curicsità e l'interesse per le cose naturali e dal la volontà recettiva di chi si accosta alla natura, ma anche dalla profonda convinzione dell'utilità della raccolta metodica dei dati in natura. Le previsioni future sembrano abbastanza scontate. Il numero di ornitologi salirà ancora certamente e con buona probabilità se i progetti saranno rilanciati e ben organizzat. Quindi e inutile parlare di vita all'ornitologia se ai giovani che vi si accostavano non viene dato un futuro di questo genere, solo seminando si possono finalmente osservare i risultati di tanto lavoro.


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